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Nuove opportunità sui mercati di frontiera. NN ip: si riduce il rischio di insolvenza

Più del 40% dei mercati di frontiera sta attuando riforme fiscali e strutturali con l'aiuto del Fondo monetario internazionale. La partecipazione alla Belt and Road Initiative ha favorito l'accesso a nuovi finanziamenti


08/02/2019 08:34

di Pieremilio Gadda - Class Editori

Nuove opportunità sui mercati di frontiera

Il 2018 è stato un anno difficile per i mercati emergenti (e non solo), complici le dispute commerciali tra Stati Uniti e Cina, ma anche l’indebolimento delle valute locali, schiacciate dalla forza del dollaro, e diverse questioni specifiche a livello macroeconomico. I cosiddetti mercati di frontiera – un gruppo diversificato che comprende Paesi ancora più indietro sulla strada dello sviluppo economico - non sono rimasti immuni dalle turbolenze. Eppure c’è chi vede opportunità interessanti per il 2019, specialmente nel debito di alcuni frontier market, avvantaggiati da buone prospettive di crescita strutturale a lungo termine e da una bassa correlazione con il ciclo globale.

“Più del 40% dei mercati di frontiera sta attuando riforme fiscali e strutturali con l'aiuto del Fondo monetario internazionale, fattore che riduce il già basso rischio di insolvenza dei titoli sovrani”, osserva Marco Ruijer, lead portfolio manager emerging market debt hard currency di NN Investment Partners. Inoltre molti di questi Paesi hanno avuto accesso a nuovi finanziamenti per le infrastrutture grazie a progetti come la China's Belt and Road Initiative, il mastodontico piano messo a punto dalla Cina – e ribattezzato non a caso “La nuova Via della Seta” - per migliorare la cooperazione e i collegamenti – sia via terra sia via mare - tra Asia, Africa ed Europa.

“Gli sviluppi positivi associati a queste riforme si riveleranno probabilmente duraturi”, spiega il gestore. “Con i numerosi fattori che sostengono questo universo d'investimento diversificato, riteniamo sia un momento propizio per aumentare le allocazioni al debito dei mercati di frontiera”. Anche se – precisa – occorre prestare attenzione ai paesi con elevati livelli di debito pubblico e una maggiore esposizione al debito estero, compresi quelli indebitati nei confronti della Cina, che potrebbero rivelarsi più vulnerabili all'irrigidimento delle condizioni finanziarie globali.

Ma dove rivolgere lo sguardo, nell’ambito di un universo così disomogeneo? Nella sua analisi, NN IP si sofferma in particolare sul debito di due economie africane, lo Zambia e la Costa d’Avorio. “A ottobre del 2018 l'Fmi ha previsto un aumento del disavanzo fiscale dello Zambia nei prossimi cinque anni”, ricorda Ruijer. “Tuttavia, le autorità del paese stanno lavorando al risanamento del bilancio, con l'obiettivo di stabilizzare le finanze pubbliche e riguadagnare la fiducia degli investitori. Noi abbiamo deciso di sovrappesare questo paese perché riteniamo che i conti pubblici miglioreranno, riducendo così il rischio di default”.

Quanto alla Costa d'Avorio, “le prospettive per il 2019 sono positive, soprattutto grazie alle valutazioni interessanti delle obbligazioni del Paese denominate in euro”. Bene anche Pakistan e Argentina, conclude il gestore: il primo “gode di un sostegno significativo da parte dei paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo”, mentre la seconda mostra “valutazioni interessanti e un forte appoggio da parte del Fmi”, anche se resta l’incognita delle prossime elezioni presidenziali.

 


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