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Pechino vuole più banche estere nel mercato dei bond

Il ministero delle Finanze ha esortato i regolatori a intervenire per abolire le restrizioni che ostacolano ancora la partecipazioni di istituzioni finanziarie estere ai consorzi di garanzia per l'emissione di obbligazioni di amministrazioni locali. Nell'ultimo anno queste ultime hanno emesso obbligazioni per 4.300 miliardi di yuan, circa 627 miliardi di dollari, in crescita rispetto ai 4.100 miliardi del 2018


07/01/2020 11:33

di Mauro Romano - Class Editori

Banche non continentali per i bond

Per aprire ulteriormente il proprio mercato obbligazionario Pechino intende coinvolgere maggiormente le banche non della Cina continentale nei consorzi di garanzia delle emissioni dei governi locali. Il ministero delle Finanze ha quindi esortato i regolatori a intervenire sulle restrizioni che oggi ostacolano la partecipazioni di questi istituti.

Il governo intende in questo modo favorire la diversificazione degli investiti ed espandere i canali di collocamento. Oggi alcune amministrazioni locali già collaborano con banche interamente o parzialmente controllate da soggetti fuori dalla Cina continentale. Fubon Bank, con capitali taiwanesi, lavora assieme alle amministrazioni di Chongqing  e Ningbo. La Bank of East Asia China, di Hong Kong, con la municipalità di Tianjin e la provincia del Guangdong.

Nell'ultimo anno i governi locali hanno emesso obbligazioni per  complessivi 4.300 miliardi di yuan, pari a circa 627 miliardi in crescita rispetto ai 4.100 miliardi del 2018.  L'incremento è legato anche alla volontà di Pechino di garantire alle amministrazioni locali risorse per finanziare progetti infrastrutturali e rilanciare così la crescita economica, che nell'ultimo anno è progredita al ritmo più basso dall'inizio degli anni Novanta del secolo scorso. 

Il 2020 si è aperto con nuove emissioni. Le province del Sichuan e dell'Henan hanno offerto cosiddetto "bond speciali", ossia destinati a precisi progetti, per complessivi 87,6 miliardi di yuan.  Secondo analisti citati da Caixin, le emissioni possono risultare appetibili per investitori alla ricerca di alternative meno rischiose rispetto ai bond corporate, i cui default sono in aumento.  L'Henan ha piazzato titoli a 5 anni al 3,14%, a 7 anni al 3,31%, a 10 anni al 3,38% a 15 anni al 3,67% e a 30 anni al 3,97%. Il Sichuan a sua volta ha emesso obbligazioni a 7, 10, 15 e 30 anni con gli stessi tassi  e un titolo a 20 anni al 3,71%.  

In totale sono già 13 le città e le province ad aver presentato piani di emissione di bond speciale nel primo trimestre del 2020 per un controvalore di 480 miliardi di yuan. (riproduzione riservata)


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