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Azienda Finanza

Rinnovabili e e-mobility, la Cina spinge su investimenti sostenibili

Il Dragone si appresta ad essere il paese asiatico con il più forte tasso di crescita degli investimenti in ambito ambientale, sociale e di governance (esg), dopo aver moltiplicato per 18 volte negli ultimi due anni gli asset raccolti negli etf specializzati in questo segmento. Tuttavia rappresenta oggi solo poco più del 10% degli asset asiatici investiti in etf nell'ambito del tema esg


19/01/2021 12:40

di Marco Vignali - Class Editori

settimanale
L'auto elettrica di Xiaomi

In un mondo che si sposta sempre più veloce verso il conseguimento degli obiettivi di sostenibilità, la Cina batte l’ennesimo record e si appresta ad essere il Paese asiatico con il più forte tasso di crescita degli investimenti in ambito ambientale, sociale e di governance (esg), dopo aver moltiplicato per 18 volte negli ultimi due anni gli asset raccolti negli etf specializzati in questo segmento. Secondo Websim, la spinta della Cina verso le energie rinnovabili e i veicoli elettrici farà da ulteriore stimolo per generare nuovi afflussi di fondi negli etf asiatici correlati ai fattori esg, contribuendo a far crescere questo segmento del 20% nel corso del 2021.

Malgrado la robusta crescita degli asset negli ultimi due anni, la Cina rappresenta oggi solo poco più del 10% degli asset asiatici investiti in etf nell'ambito del tema esg. Il Giappone è in testa alla classifica, rappresentando circa l'80% dei 40 miliardi di dollari investiti in tali fondi, mentre l'Asia è in ritardo, dietro il Nord America e l'Europa, che rappresentano circa quinto dei 218 miliardi di dollari investiti in etf a livello globale in questo segmento, secondo le stime di Bloomberg Intelligence.
 
I fattori esg sono diventati sempre più interessanti e strategici per gli investitori di tutto il mondo, motivo per cui le aziende mettono sempre più in evidenza i propri sforzi in materia anche all'interno della pubblicazione degli utili. Secondo Fraser Lundie, Head of credit di Federated Hermes, mentre l'interesse per i comportamenti esg delle aziende continua a crescere, queste stanno comunicando sempre più apertamente i propri sforzi di sostenibilità con un miglioramento delle loro capacità di divulgazione, con primi report di sostenibilità e con un tempo maggiore dedicato ad evidenziare i principali sviluppi esg nel corso degli aggiornamenti periodici relativi agli utili, appuntamento chiave per condividere i propri aggiornamenti di mercato. "Ad oggi, circa due terzi delle aziende globali hanno già una qualche forma di reporting esg integrato con la pubblicazione degli utili, e riteniamo che questa sia la strategia più efficace per le aziende per fornire aggiornamenti sui progressi del loro percorso di sostenibilità", afferma Lundie.

Nonostante le aziende si esprimano in modo più esplicito sulle loro iniziative di sostenibilità, le sfide in tale ambito rimangono decisamente notevoli.  "Mentre organizzazioni leader hanno fatto grandi passi avanti, è necessaria un'ulteriore standardizzazione, come la definizione dei settori ad alto impiego di carbonio", evidenzia Lundie, secondo cui, inoltre, la divulgazione delle informazioni aziendali deve ancora fare passi in avanti e per gli investitori ci sono ancora alcune lacune in termini di dati su alcune metriche importanti, come le emissioni di gas serra nel segmento scope3.

Anche alla luce di tali prospettive, Federated Hermes privilegia le aziende che incorporano in modo proattivo i propri sforzi esg all'interno della loro strategia di lungo periodo. "I leader stabiliscono obiettivi specifici a questo proposito e spiegano anche come intendono raggiungerli, ed è inoltre fondamentale che le aziende dimostrino come i loro sforzi in materia esg si traducano in risultati finanziari migliori. Ad esempio, è necessario quantificare in maniera specifica quanti risparmi un emittente sia in grado di innescare grazie all'aumento del ricorso ad acqua riciclata, alla sostituzione dell'energia da combustibili fossili con le rinnovabili, o ai progressi in termini di fidelizzazione dei dipendenti attraverso investimenti indirizzati ad un miglioramento della gestione del capitale umano”, evidenzia Lundie.

Mentre le questioni esg e la loro rilevanza finanziaria variano su base settoriale, con il cambiamento climatico che viene identificato come uno dei maggiori rischi per l'umanità, nel 2020 si è visto un numero crescente di aziende che si sono impegnate per quanto riguarda l'obiettivo di ridurre al massimo le emissioni di carbonio. In diversi settori, dalle banche ai produttori di energia, sono stati fatti annunci su obiettivi di riduzione delle emissioni a medio e lungo termine insieme a tutti gli sforzi. Questo tema, anche grazie alla popolarità raggiunta, dovrebbe quindi accelerare, con un numero maggiore di imprese che probabilmente comunicheranno le loro ambizioni di ridurre al massimo le emissioni di carbonio nel primo trimestre e durante tutto l'anno prossimo.
 
Inoltre, sarà fondamentale che le aziende che hanno già delineato i propri obiettivi riescano a dettagliare fin da subito la strategia per raggiungerli.  "Siamo rimasti impressionati da nomi come Barclays, che ha descritto nel dettaglio la metodologia BlueTrack per misurare le emissioni finanziate e Occidental Petroleum, che ha fornito un aggiornamento sui progressi dell'impianto di cattura diretta dell'aria su larga scala. Ci aspettiamo che altre aziende si facciano avanti e seguano questo esempio", argomenta Lundie, secondo cui i comportamenti esg non servono solo ad attenuare i rischi per l'azienda, ma anche a migliorarne il flusso di cassa e il valore della stessa, oltre che ad aiutare gli emittenti a ridurre il lo stesso costo del capitale. (riproduzione riservata)


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