L'ex presidente del Brasile Dilma Rousseff è stata nominata oggi a Shanghai presidente della New Development Bank, un istituto sovrannazionale creato nel 2015 dai sei paesi BRICS, Brasile, Russia, India, Cina, e Sud Africa, con l'obiettivo di aiutare lo sviluppo nelle rispettive economie e nelle economie eemergenti. La Ndb ha il quartiere generale a Shanghai e dal 2021 ha aperto il capitale ad altri stati; attualmente ne fanno parte Uruguay, Bangladesh, Egitto ed Emirati Arabi Uniti.
Il presidente brasiliano Luis Ignacio Lula da Silva, in questi giorni in visita in Cina, dove incontrerà il presidente Xi Jinping domani a Pechino, ha definito «una grande giornata per il Brasile e per i BRICS» la nomina della Rousseff. «La decisione di creare la New Development Bank è stata una pietra miliare nell'azione congiunta dei paesi emergenti. Per le loro dimensioni, il peso delle loro economie e l'influenza che esercitano, Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica non potevano ignorare le questioni internazionali», ha affermato Lula. «La creazione di questa Banca dimostra che l'unione dei paesi emergenti è in grado di generare cambiamenti sociali ed economici rilevanti per il mondo», ha aggiunto.
La visita di Lula in Cina è finalizzata alla sigla di una ventina di accordi bilaterali; tra i dossier lo scambio dei crediti di carbonio, la fornitura di satelliti, la cooperazione tecnologica, i semiconduttori 5G e 6G, l'intelligenza artificiale.
Il Brasile per la Cina è un partner di primissimo piano. La Cina, infatti, è il principale cliente della soia e dei minerali brasiliani, tanto che la bilancia dei pagamenti tra i due paesi segna un netto vantaggio per Brasilia rispetto a Pechino: la Cina ha importato lo scorso anno oltre 89,7 miliardi di dollari di prodotti brasiliani, in particolare soia e minerali, e ha esportato in Brasile merci per un valore di quasi 60,7 miliardi di dollari. Il commercio tra i due paesi vale 150,4 miliardi di dollari ed è aumentato di 21 volte dalla prima visita di Lula in Cina nel 2004.
Proprio in considerazione di questi numeri, il 29 marzo scorso, Cina e Brasile hanno siglato un patto, in base al quale gli esportatori verdeoro non dovranno più ricorrere al dollaro per le transazioni commerciali con Pechino. I due paesi hanno creato un istituto bancario (clearing house) che permette di compensare i rispettivi debiti e crediti, senza ricorrere alla valuta Usa e allo Swift, il sistema interbancario che raggruppa quasi dodicimila banche nel mondo e da cui sono stati esclusi i principali istituti di credito russi, come ritorsione all'invasione dell'Ucraina.
Ma il fatto ancora più significativo è che la New Development Bank, dove si è insediata Rousseff non a caso a Pechino, dovrebbe essere al centro del progetto per la creazione di una nuova moneta comune ai 6 BRICS, ancorata a oro, terre rare e a un paniere di beni strategici.
Il progetto sarà presentato, con tutta probabilità, al 15° vertice BRICS di Durban, in Sudafrica dal 22 al 24 agosto.