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Singapore solleva dubbi sull'integrazione tra Lse e Refinitiv

Dall'operazione può dipendere il destino di Borsa Italiana. Faro dell'Antitrust della città-Stato. Anche la Commissione Ue ha avviato un'indagine approfondita per capire i risvolti sulla concorrenza nel mercato dei titoli di Stato


02/07/2020 15:48

di Mauro Romano - Class Editori

Borsa

L'Antitrust di Singapore ha dichiarato di aver sollevato timori in merito all'integrazione tra London Stock Exchange e la società di analisi dati Refinitiv. Per questa ragione la Commissione per la concorrenza e i consumatori della città-Stato ha puntato una lente sull'intesa, un accordo da 27 miliardi di dollari che tocca da vicino anche Borsa Italiana, controllata da Lse. 

I dubbi singaporiani si sommano a quelli già evidenziati dall'Antitrust Ue. Lunedì scorso la Commissione Ue ha deciso di avviare un’indagine approfondita sull’operazione. L’aggregazione fra Lse, che dal 2007 controlla Borsa spa, e la banca dati in mano a Blackstone (55%) e Reuters (45%), rischia infatti di incidere sul trading dei titoli sovrani europei. 

La combinazione fra la piattaforma Mts di Borsa Italiana e Tradeweb di Refinitiv conferirebbe a Lse «una quota di mercato molto ampia nel trading elettronico» del debito pubblico comunitario, svizzero e britannico. Dovendo optare tra la cessione della statunitense Tradeweb o di Bondvision la scelta, secondo quanto trapela, dovrebbe ricadere sulla seconda. In questo quadro si inserisce il progetto italo-francese, anticipato da MF-Milano Finanza, di rilevare con Euronext l’intera Borsa spa, coinvolgendo le rispettive Cdp e creando un campione comunitario nell’ambito della Capital Market Union. 

Un'ipotesi che avrebbe già il consenso di Banca d'Italia. Per Bankitalia l’operazione presuppone però che Lse ceda l’intera società e non soltanto Mts, la piattaforma internazionale dei titoli di Stato italiani, o parte di essa (Bondvision), eventualità che Londra sta studiando per superare i timori dell’Antitrust Ue. Mts, d'altronde, è parte di una filiera verticale, che comprende anche Cassa Compensazione e Garanzia, che si assume il rischio di insolvenza della controparte e Monte Titoli, che gestisce il pre-collocamento, collocamento e custodia dei titoli anche obbligazionari.

Se si va a guardare i conti di Borsa Spa del 2019, si vede che i ricavi sono stati pari a 181,64 milioni di euro, con un utile molto alto, di 139,6 milioni. Ebbene, sul risultato netto hanno inciso in maniera significativa Mts & Co, la sua filiera. Mts Spa ha staccato dividendi nel 2019 a favore di Borsa per 13,7 milioni di euro, Cassa Compensazione e Garanzia per 44,55 milioni, Monte Titoli per 21,35 milioni. In tutto sono 79,6 milioni che, rapportati a 139,6 milioni, incidono per il 57,02%, ben oltre la metà degli utili. Separare quindi la sola Mts da Borsa significa spaccare la forza di una struttura che vale oltre il 50% della realtà italiana.

Nei mesi scorsi su Borsa Italiana aveva messo gli occhi anche Hong Kong Stock Exchange. Quando a settembre ha proposto di acquisire il London Stock Exchange, che controlla Piazza Affari e Mts (la piattaforma dei Btp), il board di Lse ha respinto subito la proposta e ha scelto di rilevare Refinitiv, la gigantesca banca dati in mano a Blackstone (55%) e a Thomson Reuters (45%). Già allora il gruppo cinese era interessato a creare un ponte con l’Europa e non solo a Londra, riteneva infatti strategica l’Italia e l’intero pacchetto Borsa spa con tutte le sue controllate. 

Hong Kong ha poi rivolto l’attenzione al listino di Madrid, ma nel frattempo su questo è giunta l’opa amichevole di Six, la borsa di Zurigo, con un tal premio da rendere impraticabile a oggi un rilancio da parte di altri soggetti interessati. Con la Brexit, i cui contorni sono di nuovo poco chiari, ora quindi riemerge il tema della solitudine di Borsa spa. (riproduzione riservata)


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