Suning stringe la cinghia. Una scelta che potrebbe aver ripercussioni sul futuro dell'Inter. "Dobbiamo essere concentrati sul nostro campo di battaglia principale, iniziare a ridurre, ridisegnare la linea di battaglia. Ci concentreremo risolutamente sul settore della vendita al dettaglio, dovremo chiudere e ridurre le nostre attività irrilevanti per l`industria della vendita al dettaglio senza esitazione", ha spiegato dalla Cina il patron di Suning, Zhang Jindong in un videomessaggio.
La squadra neroazzurra sarebbe una di quella attività irrilevanti e Zhang è stato chiaro: stop agli investimenti. L’Inter è controllata al 68,55% da Great Horizon Capital Sarl, che a sua volta fa capo al gruppo Suning, mentre il restante 31,05% è in mano a International Sports Capital che fa capo al private equity di Hong kong Lion Rock. Quote minoritarie (0,4%) restano in mano a piccoli soci, gran parte (0,37%) al main sponsor Pirelli. Come spesso accade, Suning e Bc Partners finora non si sono trovati sulla valorizzazione del club (l’ultima proposta da 880 milioni è stata respinta), e come riportato da MF-DowJones ci sarebbero visioni discrepanti su contratti, sponsorizzazioni e operazioni con parti correlate.
L'alternativa sarebbe richiedere un nuovo prestito da 150-200 milioni per pagare i debiti scaduti del 2020 entro il 31 marzo, tempo limite, e ottenere il via libera dalla Uefa per la partecipazione alle prossime coppe europee.
Il colosso cinese intende monetizzare l’investimento nell’Inter, costato finora quasi 600 milioni. In questo quadro, secondo indiscrezioni raccolte in ambienti finanziari milanesi, proprio nella serata di domenica un facoltoso imprenditore del Nord Italia avrebbe iniziato a studiare il dossier cercando un asse con Interspac, il veicolo presieduto da Carlo Cottarelli. (riproduzione riservata)