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WeChat, gruppo Tencent, nel mirino dei procuratori di Pechino

Sotto la lente la funzionalità "modalità giovani" presente sull'applicazione multifunzione WeChat, accusata di aver violato la legge cinese sulla protezione dei minori.


09/08/2021 17:43

di Mauro Romano - Class Editori

Tencent

Nuovo colpo per Tencent. La big tech cinese, colosso dell'intrattenimento, è finito nel mirino dei procuratori di Pechino. Sotto la lente la funzionalità "modalità giovani" presente sull'applicazione multifunzione WeChat, accusata di aver violato la legge cinese sulla protezione dei minori.

Nello specifico, riporta l'agenzia MF-Dow Jones, la Procura del popolo nel distretto di Haidian a Pechino, che ospita il quartier generale di Tencent, ha avviato una causa civile contro la controllata Shenzhen Tencent Computer Systems, dicendosi pronta a supportare tutte le aziende che intendono intentare delle azioni legali di tale genere.

La modalità giovani, che è stata introdotta da Tencent lo scorso ottobre, limita l'accesso a funzioni come video, giochi e pagamenti ai minori di 18 anni.

In una dichiarazione rilasciata ieri WeChat ha fatto sapere di aver incontrato le autorità e i procuratori e di aver appreso che dovrà rafforzare i controlli di accesso sull'app. La mossa dei regolatori cinesi arriva in un momento in cui i colossi della tecnologia cinese si trovano ad affrontare un maggiore controllo normativo su presunti comportamenti monopolistici, oltre che su problemi di stabilitaà finanziaria, sicurezza dei dati e protezione del lavoro. Il controllo normativo ha scatenato un ampio selloff di azioni di società, tra cui Tencent, Alibaba Group e Didi Global.

La nuova legge cinese sulla protezione dei minori ha aggiunto regole volte a proteggere i minori dalla dipendenza da Internet. Ciò ha alimentato le preoccupazioni degli investitori sul fatto che la normativa darà ai regolatori ancora più potere per mettere un freno a un settore in rapida crescita.

La scorsa settimana, il titolo di Tencent ha registrato ingenti perdite dopo che i media statali cinesi avevano descritto il settore del gaming come "oppio dello spirito", criticando le piattaforme online per promuovere la cultura delle celebrità e chiedendo regole più' stringenti per proteggere i minori. (riproduzione riservata)


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