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Giglio, saremo il partner digitale del made in Italy in Cina

Il cda della quotata al segmento Star di Borsa Italia dà il via libera al piano industriale 2019-2021: diventare partner per oltre 80 brand, con almeno 50 brand integrati nella propria piattaforma iBox, con vendite triplicate rispetto al 2018. Prevista anche un’accelerazione del gross merchandise value ad un tasso annuo superiore al 20%


18/03/2019 11:34

di Paola Valentini - Class Editori

giglio
Alessandro Giglio

Il piano industriale di Giglio fa leva sull’espansione in Cina. Il business plan approvato dalla quotata sul mercato Star di Borsa Italiana assume  investimenti per lo sviluppo della piattaforma e-commerce  nella Repubblica popolare, a servizio dei brand e delle loro vendite sui marketplace integrati alle nostre strutture tecnologiche sviluppate nel Paese.

 Prevista anche un’accelerazione del gross merchandise value ad un tasso annuo superiore al 20%, sia per la crescita organica, in linea con le aspettative del mercato di riferimento (le vendite on line del fashion di lusso), sia per le nuove acquisizioni di brand, attese in forte aumento a partire dal 2019, sulla base delle numerose ed importanti negoziazioni in corso.

Il piano industriale 2019-2021 considera in modo conservativo gli effetti del lancio della commercializzazione dei nostri servizi in Cina, pur avendo una buona visibilità sulla bontà della propria proposizione commerciale, tecnologica e di marketing e la superiorità rispetto a offerte alternative.

 Gli obiettivi strategici del piano, spiega la società, definiscono un gruppo leader in Italia, capace di coprire una quota rilevante del mercato, il fashion made in Italy on line con oltre 50 marketplace integrati a livello globale, e diventare il più rilevante partner digitale e commerciale per il lusso made in Italy in Cina.

Giglio Group vuole diventare partner per oltre 80 brand, con almeno 50 brand integrati nella propria piattaforma iBox, con vendite in Cina almeno triplicate rispetto al 2018, ma non incorporando volumi di affari che potrebbero aversi con la partnership con brand di grandi dimensioni con i quali le trattative sono continue.

Nel triennio il gruppo intende  raddoppiare i ricavi, riguadagnando velocemente una significativa redditività (ebitda/ricavi) sostenibile nel lungo termine, con una incidenza superiore al 12%.

Per tutta la durata del triennio, le ipotesi in termini di investimenti sono piuttosto caute, ma sufficienti per sostenere il piano di set up tecnologico della piattaforma e-commerce in Cina e il sostegno delle attività di distribuzione.

 Il piano industriale prevede un forte miglioramento del profilo finanziario, contando su una generazione di cassa operativa positiva, un forte controllo del capitale circolante a supporto delle vendite B2B, fabbisogni per investimenti inferiori rispetto agli esercizi precedenti e una gestione attiva della posizione in titoli azionari quotati che la società riceve in cambio del conferimento delle attività dell’area media nell’operazione con Vertice 360, a seguito dell'accordo siglato lo scorso 11 marzo con Vertice 360, per un controvalore di 12,5 milioni.

Quanto ai conti, Giglio Group  ha chiuso il 2018 con una perdita di 8,3 milioni di euro, in calo rispetto all'esercizio 2017 (0 milioni), per gli effetti del risultato derivante dalle attività destinate alla dismissione delle attività media, negativo per 7,3 milioni. Il dato non tiene conto dei 2,8 milioni di plusvalenze che verranno registrate nel bilancio 2019, contrariamente alle minusvalenze già conteggiate nel 2018, per l'applicazione dei principi contabili internazionali.

 Il gross merchandise value dal momento dell'ingresso di Giglio Group  nell'attività B2C nel corso del 2017 è cresciuto a 75,7 milioni di euro del 2018 dai 51,1 milioni di fine 2017 con una crescita pari del 48%. I ricavi consolidati delle continuing operations, pari a 38,9 milioni, sono in crescita del 10% rispetto ai dati pro-forma consolidati relativi allo stesso periodo dell’esercizio precedente.

 L'ebitda delle continuing operations ammonta a 1,2 milioni (2,4 milioni al 31 dicembre 2017); il calo è da imputarsi, oltre che ai costi di realizzo e implementazione della piattaforma Ibox, che connette automaticamente i prodotti dei brand a 200 market place del mondo, anche ai costi di struttura necessaria al potenziamento della forza commerciale e alle spese connesse all'avvio delle attività in Cina sostenute nel 2018.

 Il conferimento dell'area media avvenuto nel 2019, spiega Giglio, porterà come ulteriore vantaggio una riduzione più che significativa dell'incidenza degli ammortamenti, visto il basso livello di capitale investito nelle attività di e-commerce, con notevoli effetti positivi sull'ebit.

 La posizione finanziaria netta è di 19,2 milioni, in aumento, in scia principalmente a un maggiore capitale circolante netto e ad un investimento maggiore per lo sviluppo dell'e-commerce: questo dato non incorpora quanto Giglio Group  riceverà nel corso del 2019 a seguito dell'operazione di conferimento dell'area media.


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