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Huawei aprirà uno stabilimento in Francia investendo 200 milioni

Darà lavoro a 500 dipendenti, ha fatto sapere il colosso tecnologico di Shenzhen, ma non ha ancora chiarito dove sorgerà l'impianto. Per decidere sta trattando con governo e comunità locali. L'obiettivo è di produrre apparecchiature per un controvalore di circa un miliardo di euro l'anno, in particolare antenne radio. Ha assicurato trasparenza e apertura alla collaborazione locale


28/02/2020 12:48

di Mauro Romano - Class Editori

Huawei in Francia

Huawei sceglie la Francia per suo primo impianto di produzione di apparecchiature radio per il 4G e  5G in Europa. Un investimento da 200 milioni di euro che secondo le stime del colosso tecnologico di Shenzhen darà lavoro a 500 dipendenti, ha spiegato in conferenza stampa il chairman di Huawei Technologies, Liang Hua.

Il gruppo di Shenzhen non ha ancora chiarito dove sorgerà l'impianto. L'obiettivo è però quello di produrre apparecchiature per  un controvalore di circa un miliardo di euro l'anno, in particolare antenne radio. "Abbiamo creato un gruppo di lavoro che selezionerà il sito. Interagiamo sia con le comunità locali che con il governo e abbiamo comunicato le linee generali dei nostri bisogni", ha chiarito il top manager.

Il sito fornirà apparecchiature per l'intero mercato europeo e non soltanto per Francia. "Abbiamo attività in tutto il mondo e pertanto dobbiamo bisogno di un'impronta industriale globale", ha chiarito Liang. Dall'Eliseo non sono ancora arrivate reazioni.

Osservatori guardano alla proposta del gruppo cinese come a un modo per ingraziarsi il governo di Parigi nel momento in cui il gruppo cinese è bersaglio dell'amministrazione statunitense di Donald Trump nel tentativo di ostracizzarlo dallo sviluppo delle reti 5G in Europa e nei Paesi alleati di Washington. Le capitali europee sono divise. L'operatore francese Orange ha per ora puntato sui concorrenti europei di Huawei, ossia Nokia ed Ericsson.

Altri operatori minori come Bouygues Telecom e Sfr, che già lavorano con l'azienda cinese, non hanno invece ancora comunicato la loro decisione.  I francesi assicurano che non ci saranno restrizioni alla concorrenza, ma chiedono controlli sulle forniture per le reti, così da verificare che non ci siano rischi per la cybersicurezza. La Germania pur mettendo regole strette non ha tagliato fuori il gigante cinese.

Anche in Italia il dibattito è aperto. Il comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica ha esortato il governo a valutare l'ipotesi di tenere le multinazionali del Dragone, Huawei e Zte, fuori dalla realizzazione delle rete 5G italiana. 

Dal canto suo Huawei motiva la volontà di aprire uno stabilimento in Francia con i livelli di ricerca e capacità raggiunti dal Paese. L' impianto sarà dotato anche di un centro dimostrativo, che mostrerà come avviene la produzione delle stazioni base wireless, il caricamento del software e il processo di test. Il centro sarà quindi aperto a imprese e governi a dimostrazione dell’apertura di Huawei rispetto alla richiesta europea di sovranità digitale. (riproduzione riservata)


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