La Cina si pone come precursore della tecnologia 5G. La strategia coordinata messa in campo ha permesso alla seconda economia al mondo di raggiungere traguardi già visibili “ Tuttavia, il Paese dipende ancora dalle importazioni di alcuni prodotti, in particolare i componenti di alta gamma, esponendo il settore alle minacce protezioniste”, nota Cofance
“L’approccio strutturato della Cina in materia di promozione del 5G aiuterà numerose imprese locali che beneficeranno di questa posizione di precursore. Si stima che il 40% dei brevetti per le normative sulle reti 5G attuali provengano da società cinesi e che quest’ultime dovrebbero beneficiarne. Huawei, leader mondiale delle infrastrutture di rete, detiene attualmente il 29% del mercato. Inoltre, il 5G dovrebbe innescare un’ondata di ricambio di cellulari. Il mercato mondiale conta tre attori cinesi (Huawei, Xiaomi e Oppo) tra i Top 5. Secondo l’Accademia Cinese delle Tecnologie dell’Informazione e delle Comunicazioni (CAICT – China Academy of Information and Communications Technology), il mercato del 5G potrebbe rappresentare il 3,2% del PIL cinese nel 2025, ossia 166 miliardi di dollari” scrive la società di assicurazione crediti e risk management nella sua ultima analisi.
“L’ambizione cinese per lo sviluppo della rete 5G rappresenta sicuramente una mossa strategica rilevante dal punto di vista economico e tecnologico, con importanti risvolti strategici”, sottolinea Ernesto De Martinis, CEO di Coface in Italia e e Head of Strategy della Regione Mediterraneo & Africa. “In particolare, sarà importante osservarne l’evoluzione alla luce della guerra protezionistica con gli Stati Uniti, sia per i produttori locali di telefonia sia per il riequilibrio della domanda da parte dei consumatori”.
L’analisi Cofance non nasconde comunque le tre sfide che ancora devono affrontare le ambizioni cinesi: il protezionismo; il rischi legati alla sicurezza digitale e i limiti stessi della tecnologia.
Nella guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, l’elettronica è particolarmente soggetta a tariffe doganali. Sul 51% dei 200 miliardi di dollari di importazioni cinesi sottoposti a diritti doganali, il 25% sono prodotti elettronici, di cui il 23,5% sono cellulari. I diritti doganali americani peggiorano i termini di pagamento delle esportazioni cinesi rispetto alle loro più grandi prospettive di mercato. Questo spinge le imprese e i consumatori americani a diversificare la domanda ad eccezione della Cina, ricorda l’analisi. Inoltre, le imprese cinesi la cui attività riguarda la tecnologia 5G dipendono ancora dalle importazioni di componenti chiave e di conseguenza rimangono esposti ai rischi legati alla filiera, sottolinea Coface.
Dal punto si vista della sicurezza a diffusione della rete 5G da parte delle imprese cinesi viene avvertita da molti Paesi come un rischio. Rispondere a queste esigenze di sicurezza e trasparenza rappresenta una grande sfida per le imprese tecnologiche cinesi, prima di tutte Huawei.
Infine, i limiti tecnologici: le applicazioni tecnologiche impiegheranno anni prima di vedere unificate le reti autonome 5G. “L’associazione internazionale di operatore della telefonia, GSMA, prevede che entro il 2025 solo il 14% di tutte le connessioni saranno alimentate a 5G. Quindi occorre aspettare ancora un po' di tempo prima che il 5G diventi la normalità nelle telecomunicazioni”.