MENU
Azienda Information Technology

ll Garante italiano chiede alla Cina uno scudo sulla privacy

Antonello Soro, garante per la privacy italiano, ha auspicato un meccanismo di tutela simile a quello in vigore con gli Usa per garantire il rispetto di alcune basilari condizioni di tutela del diritto alla protezione dei dati se non altro dei cittadini europei


30/01/2020 17:44

di Mauro Romano - Class Editori

Soro
Antonello Soro

Tra Unione europea e Cina occorre uno scudo per la tutela della privacy sul modello di quello già in vigore con gli Usa. A chiederlo è il presidente del Garante per la privacy italiano, Antonello Soro, nel corso delle celebrazioni della Giornata europea della protezione dei dati personale. L'Autorità, ha ricordatocome in più occasione abbia auspicato "un Privacy Shield con la Cina per garantire il rispetto di alcune basilari condizioni di tutela del diritto alla protezione dei dati se non altro dei cittadini europei”.

Soro inserisce il tema nella più ampia competizione tra Pechino e Washington. "l’Europa rischia di perdere ogni possibile ruolo, se non ha la forza di opporre al dumping digitale un’idea di innovazione democraticamente sostenibile fondata sui principi di trasparenza e responsabilità algoritmica e tale da coniugare economia e diritti libertà e sicurezza”, ha spiegato il Garante, il cui mandato è scaduto la scorsa estate, ma in carica finché il Parlamento non riuscirà a eleggere il nuovo colleggio.

"Sarà forse necessario aggiornare l’agenda politica mettendo al centro idee e progetti per governare la società digitale nei prossimi anni, per garantire i diritti e la libertà in questa nuova dimensione della vita: la protezione dati può essere, in questa prospettiva una bussola affidabile”, ha spiegato ancora.

In vigore dal 2016 il  Privacy Shield è il  meccanismo di autocertificazione per le società stabilite negli USA che intendano ricevere dati personali dall’Unione europea. In particolare, le società si impegnano a rispettare i principi in esso contenuti e a fornire agli interessati ( tutti i
soggetti i cui dati personali siano stati trasferiti dall’Unione europea, spiega il Garante) adeguati strumenti di tutela, pena l’eliminazione dalla lista delle società certificate.

Venerdì 24 gennaio il Garante era peraltro intervenuto esortando le autorità europee per la privacy ad  attivare una task force specifica sui rischi posti da Tik Tok. Con una lettera al Comitato europeo per la protezione dei dati personali (Edpb), Soro ha ricordato le segnalazioni in merito alle possibili vulnerabilità dell'applicazione per pubblicare immagini e video.

Garante italiano ha pertanto esortato gli altri partner europei "a procedere in maniera forte e coordinata, anche in considerazione della delicatezza e della rilevanza di questo tipo di piattaforme, rivolte soprattutto alle fasce di utenti più giovani". La proposta è che il tema venga affrontato già nella prossima plenaria dell'Edpb, in calendario il 28 e il 29 febbraio. (riproduzione riservata)


 
 


Chiudi finestra
Accedi