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Meno richieste di iPhone in Cina, Apple rallenta la produzione

Nei primi tre giorni di vendita dei nuovi modelli delle serie 14, nel mercato del Dragone, principale acquirente di smartphone, le richieste sono calate dell'11% rispetto al lancio dei modelli di un anno fa. L'intera domanda globale di elettronica è in calo, secondo market tracker


28/09/2022 15:24

di Pier Paolo Albricci - Class Editori

settimanale
Tim Cook, ceo di Apple

Il rallentamento dei consumi in Cina, il più grande mercato mondiale di smartphone, sta influendo sul calo della domanda di iPhone. Nel Paese del Dragone, durante i primi tre giorni di disponibilità del nuovo iPhone 14, gli acquisti dei nuovi modelli Apple si sono ridotti dell'11% se confrontati con quelli di iPhone 13, l'anno precedente. In realtà tutto il mercato della telefonia è in difficoltà e dovrebbe ridursi del 6,5% nel 2022, a 1,27 miliardi di unità secondo i dati del market tracker Idc. Più in generale, inflazione, timori di recessione e guerra in Ucraina pesano sull'intera domanda globale di elettronica.

La società di Cupertino, nella Silicon Valley, starebbe pensando, quindi, di diminuire la produzione dei nuovi iPhone 14, usciti in Italia il 16 settembre, mentre sta progettando di trasferire dalla Cina in India e Vietnam alcune delle lavorazioni meno sofisticate.

Secondo Bloomberg, la multinazionale guidata dal ceo, Tim Cook, manterrà, comunque, fede alle previsioni estive e farà assemblare tutti i 90 milioni di modelli previsti per l'ultima parte del 2022 (la stessa cifra del 2021). Ma chiederà ai suoi fornitori di non produrre quei sei milioni di iPhone 14 aggiuntivi che aveva richiesto, diminuendo così i volumi del 2,5% su base annua.

Alcuni modelli sono resilienti, in particolare quelli più avanzati. Lo dimostra la strategia di Apple, che starebbe spostando la capacità produttiva sugli iPhone Pro, più costosi delle versioni entry-level. La notizia però non è bastata a proteggere i fornitori del gigante di Cupertino. Alcuni si erano già preparati a un aumento degli ordini del 7% circa, mentre ora dovranno fare i conti con la decisione della multinazionale americana di ridurre la produzione: soprattutto in borsa.

Ad accusare il colpo non è la sola Apple, ma anche il principale produttore di chip STM il cui fatturato dipende per il 20% da Apple, e dal suo prodotto principale, l'iPhone, anche se negli ultimi esercizi il peso dovrebbe essersi ridotto grazie alla fornitura di componenti anche per altri prodotti (Mac, iPad, AirPods, Watch).

«Sul 2022 non pensiamo ci saranno impatti sulle stime alla luce della forte relazione con Apple e del fatto che la capacità è stata già interamente allocata da mesi», ha detto un analista, non escludendo ripercussioni sul 2023, "ma evidenziamo che recentemente articoli di questo tipo non si sono tradotti in veri impatti e che le nostre stime assumono un calo del fatturato e dell'utile per azione del 6% e del 24% rispettivamente contro la stima del consenso a +5% e -8%, rispettivamente. (riproduzione riservata)


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