Tongguan, Cina: su entrambi i lati del fiume dalle acque marroni che attraversa questo nebbioso villaggio di montagna i residenti vivono in capanne di legno senza vetri delle finestre. Polli e gatti si mescolano sulla strada. Ma questa zona isolata del sud-ovest della Cina ha fatto un salto nel futuro che nemmeno grandi città americane come Boston e Philadelphia hanno ancora sperimentato. Come parte di una campagna pubblicitaria di due anni fa, un operatore wireless di proprietà del governo si è appoggiato a una velocissima rete cellulare 5G per trasmettere uno spettacolo di canti e danze dei membri della minoranza etnica Dong. Un segnale dell’audacia del piano di Pechino per l’introduzione della tecnologia wireless di nuova generazione che potrebbe innescare la prossima rivoluzione industriale.
Il 5G, acronimo di quinta generazione, promette di essere il battito cardiaco del futuro. Progettato per essere 100 volte più veloce delle odierne reti 4G, la connessione senza soluzione di continuità di 5G potrebbero rendere possibili innovazioni come le auto senza conducente, le fabbriche gestite da robot e la chirurgia da remoto. Poiché il 5G è destinato a essere incorporato in innumerevoli campi di attività, il Paese che dominerà la tecnologia sarà in grado di raccogliere profitti eccezionali, attrarre talenti ingegneristici di alto livello e cogliere un vantaggio in altre tecnologie critiche per il futuro, comprese quelle belliche.
Il presidente Donald Trump ha dichiarato che quella del 5G è una gara che gli Stati Uniti devono vincere. Ma mentre gli operatori tlc wireless sono stati in vantaggio nello sviluppo iniziale della tecnologia, alcuni leader dell’industria delle telecomunicazioni sostengono che Pechino sia pronta per il sorpasso nei prossimi mesi.
Mentre le compagnie di tlc wireless statunitensi saltano di città in città per introdurre il 5G, la Cina prevede di coprire tutte le aree urbane entro fine 2020 e il resto del Paese subito dopo. Il manager locale di un operatore tlc ha stimato che anche Tongguan, che non dispone neppure di moderni impianti fognari e idraulici, potrebbe ottenere le reti superveloci entro il 2021. «Non vediamo l’ora che arrivi il 5G», ha detto Wu Shengmin, capo villaggio di Tongguan. Il nodo locale vanta un servizio superbo sugli attuali sistemi 4G, che susciterebbe invidia in gran parte degli Stati Uniti, per gentile concessione di una vicina torre cellulare incastonata in un picco alberato.
Così come ha fatto nella costruzione della sua rete ferroviaria ad alta velocità e dell’infrastruttura dei Giochi Olimpici, il governo cinese ha mostrato i muscoli del suo potere autoritario e centralista anche per eliminare la burocrazia nel progetto 5G, che considera una priorità nazionale. Ha gestito i regolatori, i governi provinciali e locali e i tre principali operatori wireless di proprietà statale per farli lavorare insieme.
Negli Stati Uniti, dove i residenti sono inclini a lamentarsi ad alta voce per le nuove torri di telefonia cellulare che sorgono vicino a casa, la strategia di Washington è tutt’altro che unificata. La Casa Bianca non ha fatto un passo importante per liberare dalla presenza militare le preziose onde aeree 5G, mentre le misure della Ftc (la Commissione Federale delle Comunicazioni) destinate a creare corsie preferenziali al 5G hanno finito per creare lotte intestine tra Washington, i governi municipali e le compagnie private wireless, che ora si citano in giudizio l’un l’altro.
I funzionari americani e i leader dell’industria del wireless sostengono che quegli ostacoli stanno per essere rimossi e che gli Usa manterranno il vantaggio nel 5G, citando proiezioni che mostrano come in pochi anni una percentuale maggiore di americani utilizzerà la tecnologia rispetto ai cinesi.
«Pechino può piegare ogni resistenza e costruire torri cellulari nel volgere di una notte, ma nel lungo periodo ho più fiducia nel sistema statunitense», ha detto Brendan Carr, il commissario Fcc, la figura di punta del regolatore americano per l’infrastruttura wireless. «Pechino è nota per le spese onerose e finanziate dal debito per progetti infrastrutturali di massa. Basta guardare le città-fantasma sorte in tutta la Cina».
Lo scorso giugno il governo cinese ha concesso licenze 5G a operatori wireless, mesi prima del previsto. Giorni dopo China Mobile ha messo a gara i primi importanti contratti per le apparecchiature 5G, con Huawei che si è aggiudicata il maggior numero di contratti. Le due compagnie di tlc statali di minore dimensione hanno dichiarato il mese scorso che stavano discutendo la costruzione e la condivisione di un unico sistema 5G, il che avrebbe tagliato i costi e velocizzato la costruzione. Le prime reti 5G della Cina andranno in diretta entro poche settimane.
«Entro la fine di quest’anno in Cina ci sarà più 5G che qualsiasi altro posto sul pianeta ed entro la fine del 2020 avranno 100 milioni di utenti 5G», ha detto Chris Lane, analista di Bernstein ed ex direttore strategico di Vodafone. «Un numero molto più alto di qualsiasi altro Paese».
Così come le innovative reti 4G americane hanno aiutato Uber e Instagram a raggiungere dimensioni globali, il 5G potrebbe essere il turbo per lo sviluppo di alcune aziende cinesi. Permettendo anche di sostenere gli sforzi della Cina per arginare una fuga di cervelli scientifici che ha portato alcuni dei suoi giovani più brillanti a studiare all’estero e poi rimanere lì.
«Se foste uno scienziato, dove vorreste essere?», dice il generale della riserva Robert Spalding, che l’anno scorso, dopo aver proposto che il governo federale recitasse un ruolo più importante nella costruzione dell’infrastruttura 5G, è stato costretto a lasciare il National Security Council della Casa Bianca. «Vorreste stare dove stanno facendo ricerca ed hanno accesso al denaro per condurla».
Essere i primi in una nuova tecnologia non è sempre tutto. L’Urss aveva inizialmente battuto gli Stati Uniti nella corsa allo spazio, ma non furono sovietici gli astronauti scesi sulla luna. Nel settore delle telecomunicazioni i Paesi europei sono stati i pionieri delle reti cellulari negli anni ‘90. Poi le aziende americane sono entrate in corsa per dominare a livello globale la tecnologia che alimenta l’Internet mobile di oggi.
Funzionari del governo americano e alcuni leader dell’industria tlc sostengono invece che ora gli Stati Uniti stanno battendo la Cina per siti cellulari 5G a disposizione dei clienti. Anche se la Cina è avanti sulla quantità, le fonti dicono che le reti americane possono vantare una migliore qualità, fornendo maggiori velocità e affidabilità necessarie per le tecnologie 5G più complicate, come la chirurgia remota e la realtà virtuale. «È bene essere chiari: gli Stati Uniti, non la Cina, sono il leader mondiale nel 5G», ha affermato Ajit Pai, presidente della Fcc. «In questo momento abbiamo sviluppo commerciale il 5G in numerose città del nostro Paese, mentre la Cina non ne ha».
Secondo i leader della Fcc, la fusione tra T-Mobile Us e Sprint Corp, approvata dai regolatori federali ma in attesa dell’esito di una causa da parte di alcune amministrazioni di Stati americani, dovrebbe aiutare ad accelerare l’infrastruttura statunitense. Questi due operatori, assieme ai loro maggiori rivali At&t e Verizon, hanno lanciato il servizio commerciale 5G in diverse città e pianificano la copertura in tutta la nazione entro fine 2020, anche se su meno infrastrutture e in gran parte su onde radio più lente che in Cina.
I fornitori delle compagnie mobili statunitensi prevedono di superare le controparti cinesi in fatto di investimenti 5G: 284 miliardi di dollari contro i 179,8 miliardi di dollari dal 2018 al 2025, secondo i dati di GSMAi, la società di ricerca di un gruppo wireless. Ma, poiché è molto più economico costruire 5G in Cina, si prevede che nell’ex Celeste Impero nei prossimi cinque anni vi saranno da cinque a dieci volte più siti cellulari importanti, sostiene Stefan Pongratz, analista della società di ricerca telecom Dell’Oro Group. Questi siti cellulari, o stazioni-base, contengono antenne e hardware e costituiscono la spina dorsale delle moderne reti di comunicazione. Le stazioni-base in genere si trovano in cima a torri wireless indipendenti lungo le autostrade o sui tetti e funzionano in modo simile ai router wi-fi, collegati via cavo a Internet e trasmettono i segnali wireless al cellulare delle persone.
La Cina è in pista per avere almeno 150 mila stazioni-base ad ampio raggio 5G a disposizione degli operatori entro fine anno, più di qualsiasi altro Paese, sostiene Lane di Bernstein, che stima anche che la Corea del Sud si piazzerà al secondo posto con 75 mila, mentre gli Stati Uniti avranno 10 mila siti di questo tipo entro la fine dell’anno.
Negli Stati Uniti gli operatori mobili spendono miliardi di dollari nelle aste gestite da Washington per le frequenze radio, il cosiddetto spettro, del 5G. Poi altri miliardi sono impiegati per affittare beni immobili per posizionare le torri cellulari. Altri miliardi ancora sono investiti per costruire le vere e proprie torri con l’hardware. Pechino dà invece alle sue società di tlc wireless sia lo spettro che gli immobili a un prezzo basso. E sta impiegando strategie per ottenere un uso efficiente di entrambi.
Washington ha dedicato due porzioni di spettro per il 5G. La prima permette a una torre cellulare di emettere un segnale a miglia di distanza, ma con una velocità non molto superiore al 4G. L’altra porzione, su cui si stanno concentrando gli operatori wireless statunitensi, lascia che una torre comprima i dati a super-velocità, ma solo per una distanza di poche decine di metri.
Il regolatore di telecomunicazioni cinese si sta concentrando su una terza porzione, quella che i dirigenti e gli esperti di tlc chiamano i «riccioli d’oro» dello spettro: onde radio che mescolano velocità elevate con distanze di trasmissione di circa un chilometro. Una torre cellulare cinese può così coprire la stessa area di 100 americane ad alta velocità.
«Lo spettro è molto importante nel determinare i costi del 5G», ha detto il vicepresidente globale di Huawei, Daisy Zhu. «E gli Stati Uniti hanno un problema con lo spettro». Infatti i militari e gli operatori satellitari di trasmissione video, tra gli altri, detengono gran parte di queste ambite frequenze medie. Il comitato consultivo del Pentagono lo scorso aprile ha suggerito che i militari condividano questo spettro, mentre gli operatori satellitari propongono di vendere alcuni dei loro a vettori wireless per miliardi di dollari. Negli Usa solo Sprint detiene una parte significativa di queste onde radio. Carr, commissario della Fcc, sostiene che la sua agenzia sta lavorando con il Pentagono e gli operatori satellitari per liberare questo spettro e che i vettori wireless Usa potrebbero alla fine avere un numero di queste frequenze superiore a quello dei cinesi.
Per trasportare i segnali 5G la Cina sta riutilizzando le torri 4G esistenti, richiedendo agli operatori di condividere le torri e riallocare altrove eventuali lampioni e altri impianti stradali.
L’anno scorso l’Fcc ha stabilito rigide scadenze per incoraggiare i governi locali e le utility a condividere le strutture con gli operatori wireless, ma alcuni manager di tlc dicono che queste regole non hanno aiutato molto. «C’è molta riluttanza a condividere i servizi di pubblica utilità», ha detto Ken Schmidt, responsabile di Steel in the Air, società di valutazione di infrastrutture wireless. «La mancanza di condivisione limiterà significativamente l’espansione del 5G al di fuori delle aree urbane più dense per i prossimi 5 anni». Schmidt sostiene che gli operatori fanno prima a costruire nuove torri piuttosto che ottenere la condivisione delle esistenti.
Anche i concorrenti cinesi costruiranno nuove torri, ma ciò non dovrebbe richiedere molto tempo. «Se la zona è di uso pubblico, costruiremo lì e basta», ha detto Ouyang Xintian, un tecnico senior di China Mobile, in un colloquio nell’edificio comunale di Tongguan, accanto a una delle elaborate torri di legno multistrato che caratterizzano l’area.
China Tower, l’impresa statale incaricata di costruire torri cellulari per i tre vettori cinesi wireless, sostiene di utilizzare principalmente terreni di proprietà statale al riguardo. Negli Stati Uniti il 95% dei terreni e dei tetti adatti per le torri cellulari sono di proprietà privata, con un affitto medio per un contratto di locazione a terra di circa 1.300 dollari al mese. Dalla ricerca di un luogo adatto alla costruzione e installazione della torre passano da uno e sei mesi, ma in rari casi anche fino a due anni, dice Schmidt. Il maggior ritardo è nella concessione della licenza da parte delle amministrazioni municipali, nonostante gli sforzi della Fcc per accelerare il processo.
Negli Usa una tipica torre cellulare in acciaio costa 80 mila dollari. Poiché il regolatore delle telecomunicazioni cinese impone ai tre operatori statali di condividere le torri, è comune vedere tre serie di antenne accatastate una sopra l’altra. Hanno anche tagliato i costi delle apparecchiature e dell’energia condividendo i convertitori di potenza, i cavi in fibra ottica che forniscono connettività e altre apparecchiature relative alle torri.
Anche gli operatori wireless americani condividono. Il 60-70% delle torri americane ha più di un inquilino, secondo Schmidt, con una media di 1,5 inquilini per torre. Ma aggiunge che i vettori spesso non vogliono condividere il cavo in fibra ottica, il che costringe i concorrenti al costoso processo di scavare nuove linee per i cavi. E poi c’è il costo dell’apparecchiatura di telecomunicazione, che include le radio agganciate alle torri che comunicano wireless con i telefoni, così come i router giganti e gli switch in stanze climatizzate che assicurano che i dati arrivino al posto giusto. Gli operatori di tlc spendono 80 miliardi di dollari l’anno e Huawei è di gran lunga il più grande produttore mondiale di questa attrezzatura. Il suo hardware è spesso più avanzato e meno costoso del 20% o più rispetto a quello dei rivali occidentali, sostengono i manager europei delle tlc mobili.
Washington ha bandito Huawei dalle principali reti americane per il timore che l’azienda non possa rifiutare eventuali ordini da Pechino di spiare o condurre attacchi cibernetici. Huawei nega una tale eventualità.
I risparmi sui costi e la riduzione della burocrazia implicano che le reti wireless possono servire a prezzi accessibili il villaggio di Tongguan e la sua provincia, Guizhou, una regione montuosa e povera nel sud della Cina. I funzionari cinesi ritengono che la fornitura di servizi wireless promuoverà una migliore connettività e nuove opportunità economiche, contribuendo ad alleviare la povertà, un obiettivo-chiave del presidente cinese Xi Jinping.
Secondo la Ookla, società di ricerca di Seattle che si occupa della velocità delle reti web, nella prima metà del 2019 il 4G era disponibile sul 97,3% dell’area del Guizhou, mentre nel West Virginia non superava l’85,3%.
A Tongguan il 4G ha già migliorato la vita; molti anziani trascorrono serate in videochat con i loro figli che lavorano in città. Il servizio 4G ha aiutato, per esempio, a convincere il piccolo imprenditore Wu Yinglei a lasciare nel 2013 il suo lavoro di distillatore di alcol nel capoluogo di provincia per tornare a Tongguan e aprire un’attività di commercio di verdure e di una salsa piccante fatta in casa con pomodori e peperoncino. Usa il suo smartphone per vendere i prodotti attraverso un negozio online sull’onnipresente applicazione cinese WeChat. «Il 4G ha già reso migliore la nostra vita: in passato eravamo isolati. Ora i nostri prodotti e la nostra salsa sono molto richiesti», ha detto Wu, 35 anni, aggiungendo che non vede l’ora che arrivi il 5G, «in modo che potremo connetterci con il mondo».
(ha collaborato Xiao Xiao)