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Nella prima missione cinese su Marte c'è anche un po' d'Italia

In sette mesi il veicolo spaziale cinese dovrebbe raggiungere il pianeta rosso, entrare nella sua orbita e sganciare un rover per l'esplorazione del suolo. Il veicolo spaziale Tianwen-1 e' partito dal Wenchang Space Launch Center sull'isola di Hainan. Allo sviluppo delle tecnologie della missione ha collaborato anche l'Agenzia spaziale italiana


23/07/2020 15:54

di Pier Paolo Albricci - Class Editori

settimanale
Tianwen-1, il veicolo spaziale lanciato verso Marte

La Cina ha lanciato oggi la sua prima missione su Marte, con l'obiettivo di unirsi alla breve lista di Nazioni che hanno fatto sbarcare un veicolo spaziale su un altro pianeta.

Il Tianwen-1 e' partito dal Wenchang Space Launch Center sull'isola di Hainan alle 12h40 ora locale a bordo del razzo Long March e si prevede che effettuera' il viaggio, di 34 milioni di miglia, fino a Marte in sette mesi, dopo di che tentera' di entrare in orbita attorno al pianeta e inviare un rover sulla sua superficie.

Se tutto andra' come previsto, la Cina sara', insieme agli Stati Uniti e alla Russia, tra i Paesi ad aver posizionato con successo un rover su Marte. Ora i riflettori si spostano sulla National Aeronautics and Space Administration degli Stati Uniti, che dovrebbe lanciare la sua sonda su Marte tra una settimana.

"Marte! La Cina sta arrivando!", ha scritto l'agenzia di stampa statale cinese Xinhua sui social media per annunciare il lancio.

La comparsa della Cina come potenza spaziale ha presentato per la prima volta agli Stati Uniti un serio rivale nell'esplorazione celeste dalla caduta dell'Unione Sovietica. Pechino ha affermato che le sue ambizioni nello spazio includono la creazione di una base lunare con equipaggio entro il 2045, nonche' la capacita' di inviare persone su Marte entro lo stesso anno.

I progressi della Cina hanno galvanizzato gli sforzi spaziali americani. La Nasa mira infatti a riportare gli astronauti sulla luna entro il 2024 prima di lanciare una missione su Marte con equipaggio nel 2030.

Nei programmi spaziali la China manned space agency (Cmsa) ha in corso una proficua collaborazione con l'Agenzia spaziale italiana, rivolte, in particolare allo studio delle missioni di lunga durata degli astronauti e gli aspetti di biomedica e fisiologia e delle relative tecnologie.

La collaborazione tra  ASI e Cmsa dura da un paio di decenni, e si è allargata per integrare gli scienziati cinesi con la comunità scientifica europea e internazionale in preparazione delle missioni di esplorazione umana del sistema solare. All'inizio di quest'anno, tra l'altro, Roberto Battiston, ex presidente di Asi è stato premiato con il più alto riconoscimento cinese, l'International Science and Technology Cooperation Award per il 2019, che, dal 1994, la dirigenza di pechino assegna alle personalità internazionali che si sono maggiormente distinte nella collaborazione in ambito scientifico. 

«L'Italia è il Paese occidentale più avanzato nella collaborazione con la Cina nello spazio,» aveva spiegato Battiston, «questo riconoscimento testimonia la qualità della collaborazione scientifica italiana con i colleghi cinesi, di cui ho sempre apprezzato le competenze e la curiosità sui problemi scientifici di frontiera».

Dal punto di vista tecnologico e industriale le ricadute della partnership Italia-Cina sono significative, considerata, da una parte, la posizione di leadership che l’Italia ha raggiunto nel settore del volo umano nell’ambito della realizzazione e dello sfruttamento della Stazione Spaziale Internazionale e, dall’altra, l’importante programma di volo umano che la Cina ha sviluppato, in particolare con la realizzazione della Stazione Spaziale Tiangong-3. (riprodfuzione riservata)


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