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Pechino da via libera ad AMD per acquisire il concorrente Xilinx

L'autorizzazione per nulla scontata considerando le tensioni tra le due amministrazioni porta a una nuova escalation nel settore dei microchip, dove AMD contende il mercato a Intel. In cambio Pechino ha imposto che i prodotti del gruppo AMD-Xilinx siano disponibili sul mercato cinese


27/01/2022 18:07

di Elena Dal Maso - Class Editori

settimanale

La Cina ha approvato in via condizionale l'acquisizione da 35 miliardi di dollari del gruppo di semiconduttori Advanced Micro Devices sul concorrente Xilinx. Il via libera di Pechino, per nulla scontato, accelera l'operazione straordinaria annunciata nell'ottobre del 2020. 

Advanced Micro Devices è una multinazionale statunitense produttrice di semiconduttori con sede a Sunnyvale, in California, fra i leader mondiali nella produzione di Cpu per il mercato consumer, workstation e server e di chip grafici integrati. Xilinx è considerato uno dei principali produttori di dispositivi logici programmabili (Pld), famoso per aver inventato il primo Fpga (Field Programmable Gate Arrays, un dispositivo elettronico usato per disegnare un circuito) messo in commercio. Fra i settori rilevanti che segue vi sono quello della Difesa e dello Spazio, dei radar e dell'intelligenza artificiale per il riconoscimento biometrico.

L'amministrazione statale cinese per la regolamentazione del mercato ha chiesto che i due gruppi non forzino le vendite vincolate dei prodotti o discriminino i clienti che acquistano una tipologia di beni e servizi piuttosto che un'altra. Il regolatore ha aggiunto che il nuovo gruppo, risultante dalla fusione, deve anche garantire "la flessibilità e la programmabilità degli Fpga di Xilinx" e deve anche assicurarsi che questi ultimi siano utilizzabili con i prodotti nel mercato cinese.

La fusione arriva in un momento in cui sia Amd che Xilinx stanno facendo concorrenza a Intel Corp per penetrare nel mercato dei chip per i data center. Il via libera della Cina non era scontato, soprattutto in un periodo di forte tensione fra Washington e Pechino. Entrambe le amministrazioni hanno già bloccato in passato fusioni rilevanti nel settore dei semiconduttori rifiutando di fornire l'approvazione normativa.

Nel marzo 2021, per esempio, Applied Materials ha abbandonato il previsto acquisto da 2,2 miliardi di dollari della giapponese Kokusai Electric, citando in quel caso la mancanza di approvazione normativa da parte proprio della Cina.

A dicembre sempre dello scorso anno, il produttore di chip Magnachip Semiconductor Corp, quotato a Wall Street, aveva annunciato la chiusura del progetto di acquisizione da 1,4 miliardi di dollari dalla società di private equity cinese Wise Road Capital a seguito di un'indagine sull'accordo del Comitato per gli investimenti esteri di Washington. (riproduzione riservata)


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