«Nella Bri stiamo investendo da alcuni anni e troviamo riscontro in commesse già avviate, alcune in arrivo per il 2019 e 2020, sia nell’ingegneria portuale e di connessione tra porti e interporti, sia nell’Ict». Francesco De Bettin, presidente Dba Group, società di ingegneria specializzata nella progettazione di sistemi di connettività nelle tlc, logistica e industria 4.0, ha partecipato oggi insieme con il direttore commerciale Marco Politi, agli incontri B2B organizzati dal Business Forum Italia-Cina.
«La presenza del presidente cinese Xi a Roma ha dato una particolare spinta agli incontri e suggellato un’ulteriore apertura dell’Italia alla Cina, che non temiamo», ha spiegato a Milano Finanza De Bettin, maggiore azionista insieme ai tre fratelli di un gruppo che nel 2018 si è avvicinato a 50 milioni di euro di fatturato, con 500 dipendenti, in prevalenza tecnici e ingegneri, i cui punti di forza sono nei porti e nelle telecomunicazioni.
«Per la stessa porta attraverso cui arrivano le merci cinesi possono transitare le imprese italiane di costruzioni e manifatturiere che vogliono intercettare gli investimenti verso Oriente,» ha osservato De Bettin, «i nostri colloqui B2B con i colossi industriali e finanziari della Cina procedono con stima reciproca e suscitano attenzione da parte dei cinesi per il patrimonio di know how che mettiamo in campo».
In Georgia, Egitto e Kazakhistan, inseriti tra i Paesi Terzi al Forum di Roma tra Italia e Cina, Dba Group ha trattative in corso per partecipare alla progettazione e alla digitalizzazione di nuove infrastrutture. Ma il maggiore interesse del gruppo trevigiano per i progetti cinesi è determinato dai cantieri che ha già aperto sul tracciato della Via della Seta, dal Caucaso all’Italia. Le basi di Dba sulla ‘linea balcanica’ sono a Koper (Slovenia), Ploce (Croazia), Bar (Montenegro), Baku (Azerbaijan), e si spingono in Medio Oriente a sud verso Aqaba (Giordania) e Dammam (Arabia Saudita).
In Italia Dba è attiva nei porti di Savona, La Spezia, Piombino, Taranto, Brindisi, Bari, Ortona, Pescara, San Benedetto del Tronto, Ancona, Falconara, Venezia e, in particolare, Trieste dove, dopo lavorazioni nel punto franco, il treno verso il cuore dell’Europa subentra alla nave.
Partendo dalla considerazione che gli scambi Europa-Oriente sono in forte accelerazione, via mare, per l’80%, e via terra, per il 15%, Dba punta a presidiare le stazioni di scambio delle merci, i punti dove, dicono i tecnici, avviene una rottura di carico, dal mare si passa alla terra e viceversa, o tra ferrovie a diverso scartamento, come avviene tra Cina e Russia e Russia ed Europa.
Uno di questi nodi è Korghos sul confine tra Cina e Kazakistan, dove in pochi anni è sorto un terminal terrestre di enormi dimensioni, da cui passa una buona parte delle merci cinesi verso l’Europa. Il terminal è gestito da DP World, la società di logistica di proprietà dell’emiro di Dubai Al Maktoum, che controlla tra l’altro Jebel Ali, nel Golfo Persico, altro terminal sulla Via della Seta, una delle free trade zone più grandi del mondo, con oltre 7 mila aziende.
Da Korghos, una parte delle merci provenienti dalla Cina viene reindirizzata su Mosca e le repubbliche baltiche, a Tallin, da dove serve il nord Europa o la Germania, o vira verso sud, verso il Mar Caspio o Teheran, da cui via mare arriva al terminal di Baku e quindi via Turchia verso il centro Europa.