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Ratti e il Poli Torino protagonisti alla Bi-City di Shenzhen

E l’evento di architettura più visitato al mondo. La sezione Eyes of the City curata dal professore del MIT Carlo Ratti , dal politecnico di Torino e dalla University of Technology, mira a coinvolgere un pubblico globale in un confronto critico sull'impatto dell'IA e delle nuove tecnologie sulle città


26/12/2019 17:14

di Pier Paolo Albricci - Class Editori

carlo
Carlo Ratti

L’evento di architettura più visitato al mondo, la Bi-City Biennale di Urbanistica e Architettura di Hong Kong e Shenzhen (UABB) ha aperto il 22 dicembre scorso a Shenzhen. La sezione Eyes of the City curata dal professore del MIT Carlo Ratti , dal politecnico di Torino e dalla University of Technology (SCUT, curatori accademici), è stata concepita per la fabbricazione digitale completa, sia localmente che attraverso una collaborazione con la rete internazionale di Fab Labs, in collaborazione con la Fab Foundation.

La mostra mira a coinvolgere un pubblico globale in un confronto critico sull'impatto dell'IA e delle nuove tecnologie sulle città. Incorpora una piattaforma di riconoscimento facciale nei propri locali e difende il diritto di rinuncia al sistema Eyes of the City. Sarà aperta fino a marzo 2020 e presenterà cicli di conferenze con relatori internazionali, promuovendo lo scambio di conoscenze.

Tutte le installazioni nella sezione Eyes of the City sono state prodotte localmente e assemblate in loco, senza ricorrere alla spedizione internazionale. Tale presa di posizione è sia un tributo al ruolo di Shenzhen come "fabbrica del mondo" sia un modo per spingere i confini della fabbricazione digitale.

Per ogni progetto, gli espositori hanno fornito una serie di cianografie per istruire i produttori di Shenzhen su come costruire gli oggetti esposti. Le cianografie sonodisponibili online, in modo open source, in sincrono con l'apertura della mostra, per consentire alle persone di scaricarli e replicare o sviluppare ulteriormente progetti e strumenti specifici.

Eyes of the City ha anche  annunciato una partnership con la Fab Foundation, la più grande rete mondiale di Fab Labs, per garantire che le persone che non sono in grado di unirsi al dibattito a Shenzhen possano continuare il confronto scaturito dalla mostra interagendo con la ricca rete di Fab Lab in tutto il mondo, tra cui HK (Openground), Shenzhen (SZOIL), Seoul, San Francisco, Boston e Lima.

I singoli Fab Lab potrebbero riunirsi e sperimentare idee e progetti che sono stati presentati per la prima volta a Shenzhen, migliorandone la scalabilità o semplicemente reinterpretandoli in base al loro contesto locale. Eyes of the City ha preso ispirazione dall'idea Eyes on the Street di Jane Jacobs, che ha riportato le persone al centro della creazione della città e riflette su ciò che accade quando il paesaggio urbano stesso acquisisce la capacità di osservarci.

«In un momento in cui le tecnologie urbane vengono messe sotto esame in tutto il mondo, Eyes of the City mira a innescare conversazioni e creare collegamenti ben oltre Shenzhen», afferma Carlo Ratti, direttore del Senseable City Lab al Massachusetts Institute of Technology e fondatore di CRA, studio di design: «L'approccio in rete e open source è stato concepito per incoraggiare uno scambio critico oltre i confini. Siamo entusiasti di collaborare con la Fab Foundation per raggiungere questo obiettivo».

Eyes of the City riunisce oltre 60 mostre provenienti da tutto il mondo, per lo più selezionate attraverso un bando per progetti di design, progetti di ricerca e documenti che hanno ricevuto più di 280 candidature da tutto il mondo (l'elenco completo degli espositori invitati è disponibile qui e sotto).

I temi principali esplorati nell'ambito di Eyes of the City hanno anche ispirato una serie di conferenze e panel che porteranno più di 80 relatori locali e internazionali a Shenzhen per continuare la conversazione. Durante il weekend di apertura si sono tenuti conferenze su libri e seminari sul design e lo studio, il futuro del patrimonio e dell'architettura nella Cina meridionale.

«Eyes of the City esplora il ruolo cruciale che la tecnologia è destinata a svolgere nella nostra quotidiana vita in città. Le nostre città potenziate dalla tecnologia potrebbero diventare spazi che migliorano il benessere delle persone, ma potrebbe anche trasformarsi in una distopia», ha spiegato Michele Bonino, delegato del Rettore per le relazioni con la Cina al Politecnico di Torino, «gli antidoti potrebbero essere una conversazione aperta e uno scambio di conoscenze. L'ottava edizione di UABB è la prima Biennale a includere le università nel suo team curatoriale: questo è stato fondamentale per assicurare uno scambio aperto di conoscenze alla base del processo curatoriale. Abbiamo creato una piattaforma di dibattito, motivo per cui sono stati organizzati una serie di conferenze con ospiti e studiosi autorevoli».

La mostra, che occupa una superficie di oltre 5 mila metri quadrati, è allestita in uno snodo ferroviario con un design unico, ispirato alle aree commerciali duty-free. La disposizione spaziale creativa è stata sviluppata dalla CRA e dal Politecnico di Torino, mentre il linguaggio visivo è stato ideato dal grafico olandese Mieke Gerritzen. La posizione e il suo design diventano anche strumenti per coinvolgere un pubblico più ampio di visitatori e passanti per suscitare in loro una conversazione inclusiva.

Concentrandosi su varie tecnologie e il loro impatto sulla vita quotidiana e sulle pratiche di progettazione, Eyes of the City sarà la prima mostra a includere il riconoscimento facciale nei propri locali. È possibile accedere alla mostra attraverso due punti informativi, progettati dal principale studio olandese MVRDV con il supporto di The Cooper Union, che incorporano la tecnologia di riconoscimento facciale ma offrono alle persone la possibilità di preservare il proprio anonimato indossando un adesivo "opt-out" e conoscendo in anticipo la posizione delle telecamere grazie ad una segnaletica chiara.

Lo spazio è diviso in otto sezioni, ognuna delle quali affronta un aspetto diverso dell'impatto della tecnologia sulle città: 1- World Urban Lab 2- Mobility Landscapes 3- Silicon Pupils 4- Digital Society 5- Design Intelligence 6- Artificial Ecologies 7- Resisting technolgies 8- Curating the City.


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