Venticinquemila chilometri di fibra ottica che corre in parte sotto il mare dal Sud Italia alla Cina. Il progetto che coinvolge 19 aziende di 19 società è costato 850 milioni di dollari e ora si presenta coma la Via della Seta sottomarina nei fondali dell'Oceano Indiano
«Attraverso questo cavo che di fatto anticipa la Via della Seta», dice Federico Protto, ceo di Retelit a colloquio con Italia Oggi, «l'Europa, da Bari, viene collegata col Middle e Far East e con l'India. Come stanno facendo gli Stati Uniti, anche l'Europa e l'Italia debbono guardare a quei mercati, potenzialmente i più interessanti per il business del futuro».
La società, quotata nel segmento Star di Piazza Affari, con 100 dipendenti e 73 milioni di fatturato, che dovrebbero crescere a 78 milioni quest'anno, è la rappresentante italiana del pool di società coinvolte nel progetto.
L’obiettivo del società, che si occupa di servizi e infrastrutture digitali per le imprese, è di fare del capoluogo pugliese un hub strategico per veicolare il traffico dati, insidiando il primato di Marsiglia nel Mediterraneo,
«Riteniamo che il Sud Italia rappresenti un'opportunità fondamentale per raccogliere e movimentare il traffico che arriva dal Sud Europa» aveva spiegato Protto lo scorso novembre, dettagliando la costruzione di una rete nel Mezzogiorno che comprende anche la Sicilia e commentando il raddoppio con due anni d’anticipo sulle previsioni della capacità di trasmissione del cavo AAE-1 da 100 GB a 200 GB
La società è nata nel 1999. I tre maggiori singoli azionisti sono Bousval, società controllata da Libyan Post Telecommunications Information Technology Company (14%), l'italiana Fiber 4.0 (12,8%) che fa capo al finanziere Raffaele Mincione, noto per i suoi tentativi di scalata alle banche, e la tedesca Axxion (9,9%) un fondo di fondi creato dal finanziere Thomas Amend che gestisce 9 miliardi di euro di fondi, distribuiti su 150 veicoli diversi.
Retelit, che ha un flottante del 56%, possiede 12.500 chilometri di cavi dislocati soprattutto sotto le grandi città del Centro-Nord e 15 Data Center. «Abbiamo un programma di crescita attraverso acquisizioni», ha continuato il manager.
«Il settore è molto parcellizzato, vi sono circa 200 operatori che offrono collegamenti con fibra ottica, ovviamente la maggior parte solo a livello locale. Noi pensiamo di allargare la nostra copertura del territorio nazionale incorporando alcuni di questi operatori. D'altra parte la digitalizzazione è entrata prepotentemente nel mondo delle imprese, c'è tanta richiesta, i dati debbono circolare con sicurezza e venire interpretati in tempo reale, Solo gruppi strutturati possono essere interlocutori appropriati».