Guai per il gigante delle telecomunicazioni cinese Huawei anche in India. Una serie di uffici del gruppo sono stati perquisiti dalle autorità fiscali. Lo ha confermato in una dichiarazione lo stesso gruppo. Huawei ha indicato che intende cooperare con le autorità indiane, dopo che queste si sono recate presso le sedi di Nuova Delhi, Bangalore e Gurugram.
La compagnia cinese si è detta fiduciosa che le sue attività in Cina siano state in linea con tutte le normative vigenti. Huawei ha puntato sull'India e sull'Asia meridionale come nuovo mercato di sviluppo per il suo 5G, dopo che le sanzioni Usa hanno di fatto minato le sue prospettive nei ricchi mercati occidentali. Tuttavia lo scorso anno l'India ha escluso la compagnia cinese e la ZTE, anch'essa cinese, dai test sulle connessioni di nuova generazione, anche se non ha bandito del tutto i due gruppi cinesi dalle forniture di componenti per i nuovi sistemi.
Non è la prima mossa delle autorità fiscali indiane contro aziende cinesi. Il giro di vite contro le compagnie tecnologiche cinesi ha avuto un precedente il mese scorso con Xiaomi, produttore di cellulari mass market, al quale è stato presentato un conto piuttosto salato: 88 milioni di dollari di multa per tasse non pagate. La compagnia cinese ha dichiarato che sta negoziando.
Inoltre l'India ha recentemente vietato 54 app cinesi per problemi di sicurezza, tra le quali quelle gestite da Tencent, Alibaba e NetEase. (Riproduzione riservata)