Quattro membri del board - cioè un terzo del totale - della Smic, la Semiconductor Manifacturing International Co, il principale produttore di chip cinese, hanno presentato le dimissioni con effetto immediato, secondo quanto riporta Nikkei Asia.
Tra i quattro che si sono dimessi dalla cabina di comando della compagnia, che è sulla lista nera Usa dalla fine del 2020, c'è anche il vicepresidente Chiang Shang-yi, un peso massimo del settore che in passato ha anche guidato la ricerca e lo sviluppo della concorrente taiwanese TSMC, il più grande fornitore di semiconduttori al mondo.
Chiang era arrivato a dicembre 2020 nella SMIC e il fatto che fosse stato strappato alla TSMC era stato visto come un segnale dell'impegno di Pechino a sviluppare una maggiore capacità produttiva nel settore dei semiconduttori, nel quale Taiwan, Corea del Sud e Stati uniti appaiono in vantaggio.
Secondo la comunicazione presentata da SMIC alla borsa di Shanghai, dove la società è quotata, tutti e quattro i dimissionari "hanno confermato di non avere disaccordi con il board". Il passo indietro è avvenuto alla vigilia della comunicazione degli ultimi dati finanziari.
Solo due mesi fa il presidente di SMIC, Zhou Zixue, si è dimesso dal suo ruolo, pur rimanendo all'interno del board. Attualmente a capo della SMIC c'è il capo delle finanze della compagnia con un incarico ad interim.
SMIC è una compagnia chiave nello sforzo della Cina di insidiare nel settore dei chip, che sta vivendo una grave crisi di forniture, i leader del settore: TSMC, la sudcoreana Samsung e la statunitense Intel. (riproduzione riservata)