Nuovo, significativo, capitolo, nella guerra tecnologica tra Stati Uniti e Cina. Il Dipartimento del Commercio statunitense ha imposto che i produttori di chip statunitensi ottengano una licenza sulle esportazioni di alcuni prodotti tecnologici alla Smic, il principale produttore cinese di semiconduttori.
In una lettera indirizzata alle aziende del settore, l'agenzia statunitense segnala il rischio che Semiconductor Manufacturing International Corp (Smic) o le sue controllate si servano della tecnologia statunitense per condurre attività militari.
L'azione statunitense minaccia di escludere Smic dall'accesso alle attrezzature utilizzate per la produzione dei chip, di cui le aziende americane rappresentano i principali fornitori. Smic è sostenuta da diversi enti statali ed è al centro degli sforzi di Pechino di diventare autosufficiente grazie a tecnologie avanzate come i chip.
«Continueremo a trattare in modo costruttivo e aperto con il Dipartimento del Commercio statunitense», ha commentato un portavoce di Smic. «Ribadiamo che Smic produce semiconduttori e fornisce servizi unicamente per utenti finali civili e commerciali. L'azienda non ha legami con l'esercito cinese e non produce tecnologia per l'esercito».
Un portavoce del Dipartimento del Commercio statunitense ha riferito che il Bureau of Industry and Security, l'agenzia responsabile del controllo sulle esportazioni, sta "monitorando in modo costante qualunque potenziale minaccia alla sicurezza nazionale e agli interessi in politica estera. Anche se non e' possibile fornire commenti su tematiche specifiche, il Bureau, con i suoi partner interagenzia, intraprendera' tutte le azioni necessarie".
L'amministrazione Trump sta deliberando da settimane l'introduzione di Smic nella lista nera delle esportazioni. All'inizio del mese, il Dipartimento della Difesa aveva reso noto che le agenzie Usa stanno valutando se aggiungere Smic alla blacklist del Dipartimento del Commercio, una mossa che comporterebbe la necessita' di richiedere licenze anche ad alcuni fornitori di Smic.
Tra le questioni oggetto di dibattito vi e' il presunto sostegno di Smic al Ministero della Difesa cinese, con l'amministrazione Trump che si mostra sempre piu' preoccupata per la pratica di Pechino di appoggiarsi a societa' private per portare avanti i suoi obiettivi militari.
È probabile che l'ultima restrizione Usa ricada principalmente sui produttori di attrezzature utilizzate nella produzione e nei test dei semiconduttori di nazionalita' statunitense. Le societa' americane rappresentano, infatti, il 45% del mercato globale delle apparecchiature per i chip, secondo i dati del gruppo industriale Semi.
Il rischio per gli States e' che tali restrizioni facciano dirottare le vendite a società non statunitensi o spronino la Cina ad accelerare lo sviluppo di tecnologia sostitutiva prodotta in casa, sebbene gli analisti affermino che le societa' cinesi dipendono ancora fortemente dalle societa' straniere per le apparecchiature per la produzione di chip avanzati.
Le preoccupazioni sulla sicurezza nazionale del governo Usa hanno portato, negli ultimi anni, all'inserimento di dozzine di societa' cinesi nella blacklist, da aziende più piccole e meno note fino al colosso Huawei. (riproduzione riservata)