Aeroporti di Roma viaggia verso l’obiettivo dei 900 mila passeggeri cinesi entro fine anno. Le tre nuove rotte aperte tra maggio e giugno verso le metropoli di Shenzhen, Hangzhou e Chengdu hanno fatto sì che nei primi sette mesi dell’anno il numero viaggiatori da e per la Greater China (che include anche Hong Kong, Macao e l’isola di Taiwan) sia aumentato del 15% rispetto allo stesso periodo del 2018. Un incremento particolarmente rilevante nei mesi estivi, con la crescita che ha toccato il 30%. Intanto il gestore degli scali capitolini continua nella strategia di corteggiamento dei passeggeri d’oltremuraglia.
Alla Cina sarà dedicato un convegno organizzato assieme al Convention Bureau e con gli operatori del mercato turistico cinese in occasione del prossimo Ttg, manifestazione di riferimento per il turismo in programma a Rimini dal 9 all’11 ottobre, della quale la società del gruppo Atlantia è per la prima volta come Official Airport Partner.
Il primo semestre dell’anno ha anche fatto segnare una crescita del 30% del fatturato generato dai passeggeri che si imbarcano verso la Repubblica popolare nello scalo Leonardo da Vinci. Tra i brand preferiti Gucci, Bulgari ed Hermes. Fiumicino è oggi il terzo aeroporto europeo per destinazioni servite in Cina superato da Londra e Parigi che possono contare sull’effetto traino offerto dalla British Airways e da Air France. Adr punta in ogni caso a superare la soglia del milione di viaggiatori cinesi già nel corso del prossimo anno.
Per favorire lo sviluppo dei collegamenti, ricordava lo scorso luglio Raffaele Pasquini, responsabile marketing e Sviluppo Prodotto Adr, intervenendo all'iniziativa organizzata da Class Editori e MF-Milano Finanza assieme a Xinhua Silk Road Information Service e a China Economic Information Service, "Belt & Road Initiative 2 - Le nuove Vie della Seta", occorre però rivedere i bilaterali così da aumentare le frequenze.
I cieli tra Italia e Cina cominciano, infatti, a essere saturi. L’ultimo aggiornamento risale al 2015. Trascorsi quattro ci sarebbe quindi bisogno di qualcosa di più di un tagliando. L’ultima revisione ha portato le frequenze settimanali per parte a 49. Ma se sul versante italiano c’è ancora spazio di manovra, su quello cinese comincia a scarseggiare. Delle frequenze assegnate soltanto una parte sono effettivamente utilizzate dai vettori cinesi. Le altre 13 sono invece opzionate dalle compagnie più grandi: AirChina, China Eastern Airlines e China Southern. Il numero ideale da raggiungere, allo stato attuale del mercato, spiegano fonti del settore a Class Editori, è di 70 frequenze settimanali. Anche se l’obiettivo vero è avvicinarsi a quota 100 frequenze, come già Francia e Germania. (riproduzione riservata)