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Fiumicino sempre più porta dell'Europa per i viaggiatori cinesi

I primi 7 mesi del 2019 (gennaio-luglio) hanno registrato un incremento del +15% dei passeggeri da e per la Greater China in confronto allo stesso periodo dell’anno precedente. La crescita è stata fortemente supportata dall’avvio di voli per nuove destinazioni


19/09/2019 13:06

di Mauro Romano - Class Editori

Fiumicino punta sui cinesi
Lo scalo di Fiumicino

Aeroporti di Roma viaggia verso l’obiettivo dei 900 mila passeggeri cinesi entro fine anno. Le tre nuove rotte aperte tra maggio e giugno verso le metropoli di Shenzhen, Hangzhou e Chengdu hanno fatto sì che nei primi sette mesi dell’anno il numero viaggiatori da e per la Greater China (che include anche Hong Kong, Macao e l’isola di Taiwan) sia aumentato del 15% rispetto allo stesso periodo del 2018. Un incremento particolarmente rilevante nei mesi estivi, con la crescita che ha toccato il 30%. Intanto il gestore degli scali capitolini continua nella strategia di corteggiamento dei passeggeri d’oltremuraglia.

Alla Cina sarà dedicato un convegno organizzato assieme al Convention Bureau e con gli operatori del mercato turistico cinese in occasione del prossimo Ttg, manifestazione di riferimento per il turismo in programma a Rimini dal 9 all’11 ottobre, della quale la società del gruppo Atlantia è per la prima volta come Official Airport Partner.

Il primo semestre dell’anno ha anche fatto segnare una crescita del 30% del fatturato generato dai passeggeri che si imbarcano verso la Repubblica popolare nello scalo Leonardo da Vinci. Tra i brand preferiti Gucci, Bulgari ed Hermes. Fiumicino è oggi il terzo aeroporto europeo per destinazioni servite in Cina superato da Londra e Parigi che possono contare sull’effetto traino offerto dalla British Airways e da Air France. Adr punta in ogni caso a superare la soglia del milione di viaggiatori cinesi già nel corso del prossimo anno.

Per favorire lo sviluppo dei collegamenti, ricordava lo scorso luglio Raffaele Pasquini, responsabile marketing e Sviluppo Prodotto Adr, intervenendo all'iniziativa organizzata da Class Editori e MF-Milano Finanza assieme a Xinhua Silk Road Information Service e a China Economic Information Service, "Belt & Road Initiative 2 - Le nuove Vie della Seta",   occorre però rivedere i bilaterali così da aumentare le frequenze.

I cieli tra Italia e Cina cominciano, infatti,  a essere saturi. L’ultimo aggiornamento risale al 2015. Trascorsi quattro ci sarebbe quindi bisogno di qualcosa di più di un tagliando. L’ultima revisione ha portato le frequenze settimanali per parte a 49. Ma se sul versante italiano c’è ancora spazio di manovra, su quello cinese comincia a scarseggiare. Delle frequenze assegnate soltanto una parte sono effettivamente utilizzate dai vettori cinesi. Le altre 13 sono invece opzionate dalle compagnie più grandi: AirChina, China Eastern Airlines e China Southern. Il numero ideale da raggiungere, allo stato attuale del mercato, spiegano fonti del settore a Class Editori,  è di 70 frequenze settimanali. Anche se l’obiettivo vero è avvicinarsi a quota 100 frequenze, come già Francia e Germania. (riproduzione riservata)


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