«La Via della Seta interesserà tutto il sistema portuale genovese, candidato a essere uno dei porti che intercettano i grandi traffici est ovest, ma bisogna arrivare ad abbattere due voci di costo: ospitare le meganavi e far uscire dal porto la merce al più presto, trasportandola a costi competitivi». Così Paolo Signorini, presidente di Ports of Genoa, ha tracciato chiaramente l'obiettivo strategico per la crescita del sistemapoprtuale Alto Tirreno, che comprende gli scali di Genova, Vado Ligure e Savona.
Il Programma straordinario di investimenti da un miliardo di euro firmato dal Commissario straordinario per Genova Marco Bucci, la settimana scorsa, è stato il primo tassello di una strategia che guarda ai prossimi 10 anni e all'impegno a far concorrenza ai grandi porti del Nord Europa che, a dispetto della geografia, monopolizzano i traffici tra l'Est Asia e l'Europa.
Due sono gli obiettivi importanti da raggiungere nel minor tempo possibile: creare le condizioni ottimali per l'attracco a Genova delle meganavi porta container da 20 mila teu, investendo in terminal attrezzati e specchio acqueo adatto, e potenziare decisamente il collegamento dell'area portuale con la rete ferroviaria.
Il piano di interventi prevede di destinare, con appalti immediati, la parte della somma complessiva già disponibile, 364 milioni, alla realizzazione di una ventina di piccole e medie opere destinate a migliorare l’accessibilità stradale e ferroviaria al porto, le opere portuali, il rapporto porto-città e l’aeroporto.
Gli altri 612 milioni, ancora da reperire, serviranno a realizzare tre interventi: la nuova diga foranea di Sampierdarena, con l'allungamento di 500 metri del porto verso mare, mega intervento da 8-900 milioni di euro di cui è in corso la gara per la progettazione e prevedibilmente sarà un progetto diviso in lotti tra 300 milioni.
Un secondo intervento riguarda l'edificio Hennebique nel porto antico che diventerà, con un investimento da 100 milioni di euro, una struttura direzionale-ricettivo-commerciale, finanziata da capitali privati, da raccogliere attraverso un bando di project finance da 90 milioni.
Il terzo intervento riguarda il potenziamento dell'attività cantieristica e prevede un investimento di 300 milioni, di cui al momento solo 85 disponibili, per la realizzazione di una nuova piattaforma che consentirà allo stabilimento Fincantieri di realizzare navi da crociera più grandi, e l'adeguamento del Parco fuori muro con 25 milioni di investimento.
«A Sestri per intombare lo specchio acqueo dove verrà costruita la nuova piattaforma di Fincantieri, stiamo usando il materiale di risulta del terzo valico,» ha rivelato Signorini,«poichè d'ora in poi i riempimenti si faranno sempre più significativi è ipotizzabile che potremmo anche usare il materiale derivante dalla demolizione del ponte Morandi».
Escludendo la diga foranea e il progetto Fincantieri, che richiedono tempi lunghi, gli altri interventi dovrebbero essere completati in tre anni. Il che sarà possibile se l'obiettivo immediato diappaltare il primo blocco, quello da 449 milioni entro il 2019, sarà realizzato. Per fare ciò, il sindaco-Commissario Bucci, grazie alle norme del decreto Genova, utilizzerà procedure fortemente accelerate in deroga al Codice appalti e con affidamenti sostanzialmente diretti, pur previ inviti a un certo numero di imprese.
L'obiettivo a 10 anni del porto di Genova è di triplicare il traffico container, dal record del 2017 a 2,7 milioni di teu portandolo a 7 milioni di teu entro il 2028. Non basterà per raggiungerlo il miliardo di euro del programma in deroga appena stanziato. Almeno un altro miliardo di euro costa il progetto della nuova diga foranea lunga cinque chilometri che consenta il passaggio in affiancamento delle grandi navi di ultima generazione, portacontainer lunghe 400 metri e larghe 60 con una capacità fino a 22mila teu.
Ma solo in questo modo Genova potrà giocare un ruolo da protagonista nell'attirare i traffici generati dalle nuove Vie della Seta.