Per la prima volta da almeno un decennio la tariffa per il trasporto via mare di container da 40 piedi dalla Cina (Shanghai) all’Europa (Rotterdam) ha superato nei giorni scorsi i 10 mila dollari, +3,1% rispetto alla settimana precedente, ma soprattutto +485% rispetto a un anno fa.
Le stesse tariffe si registrano anche per le spedizioni fra Estremo Oriente e Italia secondo gli ultimi dati del Drewry World Container Index. Si tratta di nuovi record, tanto più evidenti se si considera che le rate di nolo tra 2016 e 2020 non avevano mai superato i 3.000 dollari. Un trend simile è stato riscontrato anche da Xeneta, società di analisi che raccoglie indicazioni da caricatori e spedizionieri: il benchmark globale risulta essere cresciuto del 34,5% nei primi cinque mesi del 2021, con incrementi tariffari su tutte le rotte più importanti.
Tra le ragioni alla base dei maxi rincari la scarsa disponibilità di container da 20 e 40 piedi e la scarsa puntualità (quindi minore frequenza) delle linee operate, nonché la congestione in alcuni porti che contribuiscono a ridurre l’offerta di stiva disponibile. «Tra la forte ripresa dei consumi e il restocking in atto da parte delle imprese, le discontinuità che hanno avuto origine dal blocco del canale di Suez lo scorso marzo e dalle congestioni portuali stanno causando ritardi e costi maggiori per i caricatori, mentre i carrier si godono i loro profitti vertiginosi», scriveva nei giorni scorsi Bloomberg.
L’ultimo numero del report settimanale Sunday Spotlight elaborato dalla società di consulenza Sea-Intelligence analizza anche l’andamento dei noli spot per il trasporto via mare di container sulle rotte commerciali Asia-Stati Uniti costa ovest e Asia-Nord Europa per capire il loro impatto sugli importatori di vari beni di consumo. L’analisi ha preso in esame i noli per le spedizioni di container da 40 piedi basando le stime su dati Ocse e confrontandoli con una media di quattro dei più noti indici di noli spot (Xsi, Scfi, Fbx e Wci). Il nolo medio spot è di 11.300-12.300 dollari per ogni container per il trasporto Asia-Europa (tariffa base più vari sovrapprezzi applicati) e di 7.000-10 mila dollari per container fra Asia e Stati Uniti.
Le più colpite tra le varie categorie merceologiche analizzate sono mobili assemblati, dove l’incidenza del nolo marittimo rappresenta fino al 62% del valore al dettaglio della merce trasportata. La condizione attuale si dimostra critica anche per chi deve spedire via mare elettrodomestici: per i grandi prodotti l’incidenza arriva fino al 41% del valore del carico mentre per gli strumenti più piccoli fino al 27% del valore al dettaglio. Costa caro, rispetto al valore della merce (più del 20%), anche il trasporto via mare di merci come parti di ricambio per l’industria automotive e i giocattoli di bassa qualità.
Sea-Intelligence sottolinea che ovviamente i grandi esportatori e importatori beneficiano per molte spedizioni di accordi di lungo termine con le compagnie di navigazione a tariffe predeterminate per cui godono di condizioni economiche meno onerose rispetto alla media sul mercato spot attuale. «In generale è evidente che un numero crescente di caricatori non sarà in grado di sostenere la propria attività con noli così cari», conclude Sea-Intelligence. Non a caso per talune merceologie si stanno ridisegnando le catene logistiche sia per quanto riguarda gli approvvigionamenti che per la distribuzione nei mercati di destinazione finale. (riproduzione riservata)