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Accordo Catl-Stellantis per una gigafactory di batterie in Spagna

Comporterà un investimento di 4,1 miliardi di euro nel sito Stellantis di Saragozza e potrebbe entrare in produzione alla fine del 2026. Il governo spagnolo ha aiutato la chiusura della trattativa promettendo contributi pubblici per 360 milioni di euro. L'indotto nella regione sarà di oltre 1 miliardo di euro


11/12/2024 15:22
settimanale
Robin Zeng, fondatore e presidente di Catl

Stellantis e il produttore cinese di batterie Catl, leader mondiale nel settore, hanno annunciato martedì un accordo per investire fino a 4,1 miliardi di euro per creare una joint venture finalizzata alla costruzione di un grande impianto europeo di batterie al litio ferro fosfato (LFP) in Spagna.

Il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez ha accolto con entusiasmo l'accordo, dichiarandosi "molto soddisfatto" dell'annuncio. In un post sui social media, ha espresso gratitudine a Stellantis e Catl per il loro impegno nei confronti della Spagna e per il forte supporto al paese "nel dare un impulso a un futuro decarbonizzato." La portavoce del governo spagnolo Pilar Alegría ha elogiato l'accordo, sottolineando gli "investimenti, il denaro e l'occupazione" che esso genererà.

Secondo Catl, la joint venture al 50% è progettata per essere completamente carbon neutral e sarà realizzata in diverse fasi e piani di investimento. «L'obiettivo è avviare la produzione entro la fine del 2026 presso il sito Stellantis di Saragozza, in Spagna. L'impianto potrebbe raggiungere una capacità di 50 GWh, soggetta all'evoluzione del mercato elettrico in Europa e al continuo supporto delle autorità spagnole e dell'Unione Europea," ha dichiarato la società cinese.

«La joint venture ha portato la nostra collaborazione con Stellantis a un livello superiore, e credo che la nostra tecnologia avanzata per le batterie e il know-how operativo, combinati con l'esperienza decennale di Stellantis nella gestione locale a Saragozza, garantiranno un grande successo nel settore,» ha affermato il presidente e ceo di Catl, Zeng Yuqun.

L'accordo è stato siglato dopo un incontro tra Sanchez e Zeng lunedì, insieme ad altri rappresentanti del governo spagnolo e di Catl. Il governo spagnolo ha impegnato oltre 5,5 miliardi di euro di fondi pubblici per la reindustrializzazione del settore automobilistico.

Catl ha già due impianti operativi in Germania e Ungheria. Il nuovo impianto in Spagna sottolinea il suo impegno per promuovere la mobilità elettrica e gli sforzi per la transizione energetica in Europa e nel mercato globale.

Per ottenere la localizzazione in Spagna, il governo spagnolo ha garantito a Stellantis e al gruppo cinese Catl una sovvenzione da 360 milioni di euro attraverso il fondo Perte (dedicato ai progetti strategici di transizione e decarbonizzazione). Il contributo spagnolo è di appena 10 milioni di euro maggiore di quello promesso dal governo italiano per aprile a Termoli, nel sud Italia, un analogo stailimento finanziato da Acc, jv venture tra Mercedes, TotalEnergies e la stessa Stellantis.

Tuttavia per il sito spagno, i tempi di realizzazione sono stati, nero su bianco, inclusi nell'accordo tra governo e imprese, mentre per l'investimento in Italia  è rimasta incertezza. Secondo il quotidiano economico il presidente di Stellantis John Elkann avrebbe avuto un ruolo chiave nella chiusura della trattativa in Spagna assicurando al premier Sanchez l'impegno di Stellantis a investire nella penisola iberica.

«La decisione di Stellantis e Catl genererà investimenti collaterali che potremmo quantificare fino a 1 miliardo di euro, considerando gli impianti di energia rinnovabile che saranno necessari per alimentare la fabbrica. L'impatto sull'occupazione sarà straordinario e sappiamo che il fatturato sarà di miliardi di euro», ha dichiarato il presidente dell'Aragona, Jorge Azcón.

L'accordo di Stellantis con Catl è la secondo importante alleanza firmata dal gruppo franco-italiano con gruppi cinesi. Stellantis è infatti socio di Leapmotor che produce auto elettriche. Insieme hanno costituito una jv per vendere i modelli di Leapmotor in Europa, a regime almeno 500mila unità, e in  futuro forse anche costruirli in Italia. (riproduzione riservata)


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