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Bloccate in Usa Audi Porsche e Bentley per i componenti cinesi

Del clima di tensione tra le due super potenze ne fa le spese il gruppo tedesco Volkswagen a causa di un sotto-componente delle auto di lusso, che sembrerebbe prodotto da lavoro forzato, nella Cina occidentale


15/02/2024 16:17

di Elena Dal Maso - Class Editori

settimanale

Migliaia di Porsche, Bentley e Audi sono state sequestrate nei porti degli Stati Uniti dopo che un fornitore della capogruppo, Volkswagen, ha trovato nei veicoli un sotto-componente cinese che viola le leggi contro il lavoro forzato.

Secondo fonti dell’FT, la casa automobilistica ritarderà la consegna dei veicoli fino alla fine di marzo per sostituire un componente elettronico che risulta provenire dalla Cina occidentale. VW pare non essere a conoscenza dell'origine del componente, che giunge da un fornitore indiretto più a valle della catena di approvvigionamento, finché il fornitore stesso non ha avvisato il colosso tedesco dell’auto del problema. La stessa VW ha informato le autorità statunitensi non appena è stata informata dell’origine del pezzo.

Questo accade perché le relazioni Usa-Cina rimangono molto tese, anche se Washington e Pechino hanno cercato di stabilizzare i rapporti dopo il vertice fra i due presidenti Joe Biden e Xi Jinping a San Francisco a novembre.

Gli Stati Uniti vietano l’importazione di prodotti realizzati con il lavoro forzato nella regione occidentale dello Xinjiang e in altre aree della Cina ai sensi dell’Uyghur Forced Labor Prevention Act del 2021.

Il problema riguarderebbe circa 1.000 auto sportive e SUV Porsche, diverse centinaia di Bentley e diverse migliaia di veicoli Audi. In una dichiarazione, VW ha affermato che «prende molto sul serio le accuse di violazione dei diritti umani, sia all’interno dell’azienda che nella catena di fornitura», compresa «qualsiasi accusa di lavoro forzato».

Il gruppo tedesco ha sottolineato poi che «non appena abbiamo ricevuto informazioni sulle accuse riguardanti uno dei nostri subfornitori, abbiamo indagato sulla questione. Chiariremo i fatti e poi adotteremo le misure appropriate. Ciò può includere anche la risoluzione di un rapporto con il fornitore se le nostre indagini confermano gravi violazioni».

In effetti nei giorni scorsi un portavoce della casa automobilistica tedesca ha spiegato a MT Newswires che l'azienda sta esaminando il futuro della joint venture Saic-Volkswagen, con diverse opzioni in corso di "esame intensivo".

Volkswagen ha dichiarato che dalle discussioni con il suo partner di joint venture in Cina, Saic, non sono finora emerse prove di violazioni dei diritti umani presso la fabbrica di Turpan, nella regione dello Xinjiang. La dichiarazione è stata rilasciata dopo che il giornale tedesco Handelsblatt ha accusato la joint venture di aver fatto ricorso al lavoro forzato nel sito cinese. (riproduzione riservata)



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