«Il padiglione italiano e' stato l'unico padiglione straniero ammesso all'esibizione e notevole è stato l'interesse delle aziende cinesi nei confronti delle tecnologie made in Italy». Per Giampaolo Bruno, commissario dell'Ice a Pechino, la China International Industry Fair (CIIF) si è chiusa ieri a Shanghai con un bilancio positivo non solo perché è stata la prima fiera fisica a cui hanno preso parte dall'epidemia di Covid le imprese italaine, ben 47, ma soprattutto per il sentiment che si respirava per il made in Italy, nonostante le pressioni economiche globali, che si sono scaricate sui dati del primo semestre.
Le esportazioni italiane di macchinari e attrezzature verso la Cina, la prima voce della bilancia commercaile, sono state pari a circa 1,6 miliardi di euro, con una flessione del 18,8% rispetto allo stesso periodo del 2019. Le importazioni dalla Cina sono state poco piu' di 2 miliardi (-4,6%), provocando uno sbilancio di 431 milioni di euro, mentre l'anno scorso il saldo era attivo per l'Italia per oltre un centinaio di milioni, trend che resiste da 10 anni, seppure in progressiva diminuzione. Da 2 miliardi nel 2011, si è infatti arrivati a 109 milioni nel 2019.
Gli occhi di tutti sono, ovviamente, puntati sui segnali di rimbalzo in questo secondo semestre, preannunciati da alcuni dati positivi. Tiziano Sandonini, vice presidente di prodotto di Santoni (Shanghai) Knitting Machinery, ha dichiarato che le loro attività in Cina si sono mosse più velocemente che in altri Paesi dopo la pandemia.
Paolo Bazzoni, presidente della Camera di Commercio Italiana in Cina, ha cercato di imprimere una spinta firmando un accordo con Sumec, una piattaforma b2b cinese, già partner con l'Italia, che potrebbe accelerare il business nel prossimi mesi.
Bruno ha insistito sul fatto che la Cina e l'Italia potranno sfruttare molte sinergie nel prossimo futuro, che è stata anche la ragione per avere preso parte alla CIIF. «La Cina abbraccia il nuovo ciclo di rivoluzione industriale e decide di costruire un nuovo modello di sviluppo noto come "circolazione duale", che considera centrale il mercato interno, consentendo al contempo al mercato interno e a quello estero di rafforzarsi a vicenda», ha spiegato il manager che ritiene che l'Italia possa svolgere un ruolo importante pririo in questa fase nell'aiutare la Cina a svilupparsi e modernizzarsi nel settore manifatturiero, uno degli obiettivi cardine del nuovo piano quinquennale che scatterà dal prossimo gennaio. (riproduzione riservata)