Il paese del Dragone ha fame d’Europa nella fashion industry. La scalata della Cina alle fashion week di Milano e Parigi è stata confermata dai molteplici eventi che hanno portato la sua firma in questo settembre, ma anche dai numeri a segno più e dalle rosee previsioni.
Secondo le ultime indagini di Statista, il business del segmento fashion nell’ex Celeste impero si attesterà a fine 2019 a quota 281, 9 miliardi di dollari (circa 257 miliardi di euro), mettendo a segno una crescita del 15,1% sullo scorso esercizio. Una corsa che continuerà con un incremento medio annuale dell’11,5% fino al 2023, quando raggiungerà i 435,1 miliardi di dollari di ricavi (pari a 397,7 miliardi di euro).
Nel settore, gli Usa hanno dunque ceduto il loro primato per occupare la seconda posizione nel podio a livello globale, con un possibile fatturato per 103,1 miliardi di dollari nell’anno in corso (+22,5%), secondo gli analisti, e un’accelerazione media stimata nei prossimi quattro anni del 15%.
La crescita cinese è partita dall'Italia, dove uno dei colossi, Bosideng, ha scelto Milano per debuttare in passerella alla Triennale di Milano. Con Nicole Kidman in front row e Kendall Jenner in passerella, lo show ha raccontato l’integrazione ormai inevitabile tra uomo, natura e tecnologia.
Tmall, la piattaforma B2C del gruppo cinese Alibaba, ha invece portato, nell’ambito del progetto China cool, un totale di nove brand cinesi sulle passerelle di New York, Milano e Parigi. Nella città meneghina sono saliti sotto i riflettori i designer cinesi independenti Shushu/Tong e Yirantian. Mentre a Parigi, presso l’Hotel Salomon de Rothschild, sono state presentate con un cocktail le novità del multibrand retailer Peacebird e del brand di abbigliamento femminile Eifini.
Una sfilata di due player già affermati nei confini cinesi, ovvero Yinger fashion group con i marchi Insun, Psalter, Song of Song e Yiner e Shenzhen Ellassay fashion con la label Ellassay, sono stati i protagonisti di Fashion Shenzhen, evento che più volte è andato in scena a Milano in questi anni.
A confermare la cooperazione nel business, ricerca e sviluppo, fashion e design tra l’Italia e la Cina è stato anche il progetto di Sgm Art.Mouse Ji, che ha affiancato ad una cultura millenaria le nuove generazioni dell’Art & design technology institute di Suzhou. L’evento, powered by Class Editori, ha svelato presso Palazzo Mezzanotte una exhibition di antiche sete e gioielli e una sfilata di new talents con 60 look. In via Olona, Semir ha poi raccontato la GenZ cinese insieme al giovane trio creativo di Dumpty.
A Parigi, Uma Wang ha scelto di portare in sfilata il suo linguaggio etereo personalizzando abiti-tuniche e top bustier con fantasie ispirate ai mosaici e alla pittura italiana.
Un dato in contretendenza è quello, invece, emerso a Lineapelle, la manifestazione che si è chiusa il 4 ottobre alla fiera di Milano, relativo alle importazioni cinesi di pelli conciate dall'Italia, crollate nel primo semestre del 22%, anche se la Cina resta la prima destinazione del conciato italiano. (riproduzione riservata)