Comer Idustries, azienda di Reggiolo (Reggio Emilia), leader internazionale nella produzione di sistemi di tyrasmissione per macchine agricole, industriali e impianti per al produzione di energia da fonti rinnovabili, ha raggiunto un accordo con le autorità di Pinghu, città dello Zhejiang, nella Cina orientale, per ampliare di altri 6 mila metri quadrati lo stabilimento locale.
L'accordo con le autorità locali è stato firmato dal presidente e ceo Matteo Storchi, del cfo Cristian Grillenzoni e dell'industrial director Giuseppe Zelano, nel corso della loro visita allo stabilimento cinese.
Questo accordo incrementerà le potenzialità del sito inaugurato a novembre del 2018, che ha quasi raggiunto la massima capacità produttiva grazie alla crescente domanda di prodotti che Comer Industries fornisce ai clienti asiatici.
«L'apertura dello stabilimento di Pinghu ci ha permesso di servire con efficienza il mercato asiatico. Gli investimenti fatti nel Paese stanno generando un ritorno positivo, che giustifica e incoraggia il percorso intrapreso,» ha spiegato Matteo Storchi, «Comer Industries è disposta ad investire laddove ci siano terreno fertile e concrete possibilita' di crescita».
L'accordo porterà Comer Industries ad occupare una superficie complessiva di circa 25.000 mq. Gli occupati sono circa 200, e il loro numero e' destinato ad aumentare. Il fatturato generato dall'impianto di Pinghu nei primi 8 mesi di attività è di circa 30 milioni euro.
Nel 2008 Storchi aveva avviata la costruzione della prima fabbrica Comer nell'ex Celeste Impero a Shaoxing, sempre nello Zhejiang, con un investimento di 5 milioni di euro, entrata in produzione on un organico di 100 unità. «La nostra produzione di Shaoxing non sostituisce quanto fornito dai nostri partner cinesi ma si affianca e completa la nostra offerta di trasmissioni rivolte soprattutto a macchine operatrici mobili per movimento terra, agricoltura ed eolico,» aveva spiegato allora Matteo Storchi, « ed è su quest’ultimo comparto che presenta il maggiore interesse, dato il suo sviluppo accelerato previsto nel nord della Cina, che intendiamo puntare in maniera particolare con forti investimenti».
La decisione di puntare forte sulla Cina risale ad allora, quando Fabio Storchi,padre di Matteo e fondatore dell'azienda nel 1970, decise che l'investimento su quel mercato avrebbe consentito di superare la crisi industriale che si stava abbattendo sul mercato europeo nel 2009. «Collocare in Cina, quest’anno, 35 milioni di euro di nostri prodotti, il doppio del 2008, ci ha permesso di attenuare il colpo terribile subito dalla crisi internazionale che sta determinando una caduta tra il 40 e il 60% dell’attività del comparto delle trasmissioni di potenza, destinate ai principali costruttori mondiali per agricoltura, industria ed energia in cui siamo leader per progettazione e produzione di sistemi avanzati di ingegneria e soluzioni di meccatronica,» aveva spiegato allora l'imprenditore, «analogo effetto si avrà nel 2010 quando la spinta verrà data proprio dalla Cina, mentre ci si attende una situazione di debolezza in Europa e solo una timida ripresa negli Usa».
In Cina la Comer Industries è sbarcata negli anni 80 del secolo scorso. «La scoperta della Cina avvenne nel corso di una lunga trasferta, intrapresa per fare marketing», aveva raccontato fabio Storchi all'epoca. «In quel momento, dopo essere stati buoni fornitori di trasmissioni per macchine agricole negli Usa, non riuscivamo più a competere con le importazioni delle società di trading americane che, producendo in Cina, praticavano prezzi stracciati. Abbiamo deciso allora nel 1986, dopo una attenta verifica sul campo, di mettere insieme la nostra conoscenza ingegneristica e di progettazione e il fattore di produzione cinese a basso costo. E questa combinazione si è rivelata una scommessa vinta».
«Abbiamo così creato delle alleanze industriali, con produttori locali che abbiamo fatto crescere, trasmettendo loro i più avanzati metodi di produzione”», aveva aggiunto l'imprenditore, «con grandi soddisfazioni sotto il profilo della redditività del trading. Negli ultimi anni, per esempio, abbiamo tratto dalla Cina circa 30 milioni di euro, in media l’anno, di nostri prodotti, destinati in particolare al mercato americano ed europeo della meccanica agricola”.
Nel 2006, con il crescere strepitoso dell’economia cinese, era maturata la decisione di guardare alla Cina anche come mercato. «Per curare la vendita dei nostri prodotti nel paese abbiamo così spedito mio nipote Matteo a Shanghai dove avevamo trasferito, nel frattempo, il nostro ufficio di rappresentanza che prima era a Pechino», spiegava il presidente. Nel 2017 Comer Industries ha aperto uno stabilimento anche in India.
Nel primo semestre di quest'anno l'azienda emiliana, che è quotata dallo scorso febbraio in borsa a Milano al mercato Aim, ha raggiunto un fatturato 220,8 milioni di Euro, in crescita dell'8,4%, con un ebitda a quota 25,4 milioni di queo, pari al 11,5% dei ricavi e un utile netto di 11,5 milioni in crescita del 12,5%.