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Corneliani punta a fare il bis in Cina, prima tappa Shanghai

La quasi centenaria azienda mantovana di menswear controllata da Investcorp punta molto sulla Repubblica popolare e il medioriente dove aprirà a Riyadh. Il fatturato è salito a circa 75 milioni di euro nel 2024


21/01/2025 11:12

di Federica Camurati - Class Editori

settimanale
Giorgio Brandazza, ceo di Corneliani

«Questo è l’anno della Cina. Apriremo a Shanghai a marzo, poi speriamo di riuscire a inaugurare anche un secondo negozio nel Paese entro la fine dell’anno». Così Giorgio Brandazza, ceo di Corneliani, uno dei più noti brand menwear, ha annunciato la prossima campagna cinese durante gli eventi dedicati alla moda maschile in corso a Milano. «Un mercato molto importante è anche quello mediorientale, apriremo a Riyadh e stiamo facendo miglioramenti distributivi tra spostamenti e rinnovamenti di location in Bahrain e Qatar. Andiamo molto bene anche in Turchia, dove stiamo rinnovando il nostro shop-in-shop da Beymen» ha proseguito il manager.

Dopo un 2024 in linea con l’anno precedente e buone performance retail tra novembre e dicembre, per il 2025 l’obiettivo è il ritorno alla crescita. «I negozianti sono sempre molto prudenti però il marchio sta facendo bene», ha poi aggiunto l’amministratore delegato della società che ha negli Stati Uniti ancora un’area chiave, in particolare nei department store di Saks.

«I look sono molto rigorosi, con tessuti della tradizione come gabardine e tricotine, lane dense e compatte che tengono bene le forme, che erano molto larghe nelle scorse stagioni, mentre per questo autunno-inverno 2025/26 abbiamo voluto restringere un po’ le silhouette dei pantaloni», ha spiegato a MFF lo style director Stefano Gaudioso Tramonte. «Per la palette abbiamo optato per i marroni, i neri e i grigi come base, che esplodono poi in tonalità più chiare, come il verde. E a dare un tocco di luce ci sono il rosa antico e il giallo ocra».

Fondata a Mantova quasi cento anni fa da Alfredo Corneliani, l’azienda di menswear ha recentemente superato la fase di rilancio supportata dal Mise-Ministero dello sviluppo economico attraverso il fondo Invitalia, e sotto il controllo dell'azionista Investcorp che ne ha rilevato la maggioranza. (riproduzione riservata)


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