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Azienda Manifatturiero

Essilux, basso impatto dei lockdown cinesi su produzione e vendita

Milleri, presidente e ceo del primo produttore mondiale di occhiali, ha fatto il punto su come la multinazionale dovrà affrontare la nuova globalizzazione, facendo leva su organizzazione ed efficienza. La produzione in Cina ha consentito all'azienda di superare i momenti difficili della pandemia


14/09/2022 16:51

di Pier Paolo Albricci - Class Editori

settimanale
Francesco Milleri, presidente e ceo di Essilor-Luxottica

«Il lockdown in Cina oggi ha sempre meno impatto sulla nostra struttura produttiva. Avete visto che ci prepariamo a essere estremamente flessibili, cioè a spostare produzioni in caso di eventi gravi come la prima pandemia ma siamo anche pronti a una geopolitica nuova che è il vero tema del futuro, cioè come la globalizzazione verrà ridisegnata e allora noi dobbiamo essere pronti: qualsiasi decisione di tipo governativo o su eventuali nuovi blocchi di Paesi non devono impattare sulla nostra efficienza. Per questo noi possiamo servire da ogni parte della Terra qualunque Paese».

Lo ha affermato il presidente e ad di EssiLux, Francesco Milleri, interpellato a margine del Capital Markets Day in corso a Milano, circa l'impatto del lockdown cinese sul business.

«Questo è il commitment che abbiamo avuto mantenendo costi invariati. Dobbiamo essere flessibili ed efficienti e dietro a ciò c'è la tecnologia. Anche in Cina c'è un po' di lockdown, impatta le vendite ma noi abbiamo tanta produzione locale. All'inizio della pandemia quando si è fermata la nostra enorme macchina produttiva cinese mentre altri Paesi erano aperti è stata dura riconfigurare i sistemi, ma avete visto i numeri: durante la pandemia erano ottimi».

«Non siamo stati impattati molto dal lockdown cinese, abbiamo avuto un piccolo impatto sul business a Shanghai prima dell'estate ma abbiamo subito beneficiato della flessibilità del nostro network per far fronte alla situazione», ha aggiunto Giorgio Striano, coo di EssilorLuxottica, interpellato nel corso del Capital markets Day.

«Siamo il più grande player dell'industria dell'occhiale, l'unico presente in tutte le tipologie di prodotto, di canale e in tutte le fasce di prezzo. Siamo presenti in oltre 150 mercati, siamo infatti l'unico player davvero globale con partnership allargate a quasi tutti gli operatori, per un mercato che è davvero interconnesso. In tutte le geografie siamo vicini al mercato di riferimento, fatto che ci fa essere più profittevoli dei concorrenti».

Lo ha affermato il presidente e ad di EssilorLuxottica, Francesco Milleri, aprendo il Capital Markets Day nel nuovo spazio creativo in via Tortona 35, a Milano.

«Siamo quindi oggi nella migliore posizione per cambiare la nostra strategia: un grosso cambiamento sta per attraversare l'industria per un mercato che sarà sempre più interconnesso».

Paul de Saillant, deputy chief executive officer, ha aggiunto che EssilorLuxottica è e sarà sempre più una nuova integrata "end to end omnichannel company".

Il portfolio conta su 150 brand e 11 mila brevetti con oltre 3.500 nuovi modelli di occhiali all'anno. Il gruppo ha una presenza globale e bilanciata nelle varie aree geografiche: il 37% dei ricavi, 11.994 euro nel primo semestre di quest'anno, in crescita del 36,8% sul 2021, vengono dalla regione Emea, il 12% dall'Asia Pacifico, il 46% dagli Usa e il 5% dall'America Latina. Il gruppo ha 180 mila dipendenti in 150 Paesi.

Nel corso dell'evento sono stati confermati il target di 27-28 miliardi di euro al 2026, a cambi costanti e un range compreso tra 19%-20% di utile operativo adj. al 2026. L'e-commerce, ha confermato Stefano Grassi, cfo, - crescerà a doppia cifra pesando il 10% dei ricavi totali al 2026.

«Le opportunità per una crescita addizionale - ha proseguito Grassi - arrivano dall'offerta di soluzioni per la miopia fuori dalla Cina e dai progetti smart-glasses e optical e-commerce. La liquidità sarà impiegata per attività di M&A, per investimenti in ricerca e per remunerare gli azionisti con dividendi e share buyback. Il tutto in un'ottica di rigore finanziario". (riproduzione riservata)


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