«Negli ultimi anni abbiamo investito molto negli Usa, che oggi valgono più di 30 milioni di dollari, ma oggi guardiamo con attenzione allo sviluppo di India, Cina e Singapore, mercati dove siamo già presenti e per cui abbiamo studiato strategie ad hoc». Non poteva essere più chiaro Piero Gandini, ceo del marchio Flos, ben conosciuto per le sue lampade, e presidente di Design holding, uno dei maggiori gruppi italiani con 530 milioni di fatturato annuo, nello spiegare le strategie future.
«In India, dove abbiamo un team, creeremo una filiale nel giro dei prossimi 12 mesi mentre in Cina vogliamo crescere puntando sull’eccellenza dei prodotti Flos. Per quanto riguarda invece Singapore, potenzieremo l’operato del team già presente con nuovi servizi e assistenza per rispondere in modo efficace alle esigenze della community di costruttori e architetti che vivono nella città-Stato», ha precisato il manager.
Il gruppo che guida, attivo nei mobili con B&B Italia e Louis Poulsen e nell'illuminazione con Flos, che nel 2018 ha realizzato 226 milioni di euro e con un’ebitda al 25,9%, fonda l successo sul connubio progettualità e business. Duranteil salone del Mobile diMilano in corso, Flos ha svelato il nuovo look del suo negozio storico di Corso Monforte a Milano, 260 metri quadrati di superficie dove la creatività di Konstantin Grcic e Calvi Brambilla hanno illuminato la scena con il progetto in vetro soffiato Noctambule e la vetrina con l’installazione «La plus belle est Philippe Starck», per la presentazione degli specchi luminosi dell’architetto francese.
«Flos ha sempre coniugato avanguardia culturale e orientamento al business», ha spiegato Gandini, «una caratteristica che l’ha portata a collaborare con i migliori designer.
Le novità portate al Salone, esposte all’interno del nuovo padiglione S.Project sotto la bandiera di gruppo, sono la lampada a sospensione WireLine dei Formafantasma, i sistemi innovativi di Innovativi sistemi di luce di Michael Anastassiades, e la riedizione della lampada Chiara di Mario Bellini per celebrare l’anniversario di cinquanta anni dalla prima realizzazione.
«La luce è un territorio di costante sperimentazione che deve essere capace di riflettere anche l’evoluzione del mercato. Fino a oggi è stato sufficiente dividere le proposte in cataloghi merceologici, architetturale, decorativo e outdoor. Queste segmentazioni, in un mondo dove la fruizione stessa degli oggetti è diventata trasversale, basti pensare all’ufficio che è sempre più spesso casa e viceversa, bisogna scrivere un nuovo linguaggio, capace di adattarsi alle nuove esigenze. Pertanto stiamo valutando quale sia la via migliore per evolvere, integrando la tecnologia e il controllo delle fonti luminose, ma anche pensando a prodotti capaci di dialogare anche con l’interior decor», ha concluso Gandini.
Con una quota del 3,7% del mercato internazionale è il quarto fornitore mondiale dopo Cina. Ma a differenza di competitor, quali Germania, Messico e Usa, ha il più alto surplus commerciale a conferma dell’alto valore aggiunto dei prodotti per illuminazione Made in Italy. «I dati segnano un sostanziale pareggio, tuttavia contiamo sull’export, che secondo le stime coinvolge il 75% della produzione, soprattutto verso Francia, Germania (+1,2%)Usa che hanno superato il Regno Unito», ha spiegato Stefano Bordone, presidente di Assoluce, che vede molta incertezza sul futuro del mercato interno.
E la Cina? «È sicuramente un’opportunità nonostante le barriere doganali e le certificazioni, che sono insieme complesse e onerose».