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Gli yacht Ferretti in crescita verso la quotazione in Borsa

La società, controllata dal colosso cinese Weichai, ha chiuso il 2018 con ricavi per 669 milioni ( l’11% in Asia Pacific), in crescita rispetto ai 623 milioni dell’anno precedente, un mol di 53,4 milioni. Nel business plan al 2021 ci sono in pipeline 27 modelli per tutti i brand del gruppo, saliti a otto con Wally


17/04/2019 07:44

di Andrea Montanari - Class Editori

ferretti
La parata della flotta Ferretti

Il cda e l’assemblea dei soci del gruppo nautico Ferretti, come ha sottolineato ieri Alberto Galassi, ceo di gruppo, durante un evento a Milano, non hanno ancora valutato, formalmente, il progetto di quotazione a Piazza Affari. Ma, come già rilevato lo scorso 21 marzo da MF-Milano Finanza, l’azionista di riferimento della società romagnola, il colosso cinese Weichai (86,8%), è intenzionato a procedere in questa direzione. Un’opzione che potrebbe concretizzarsi entro fine anno.

Al punto che, seppure non vi sia un mandato ufficiale conferito dall’azienda e dai soci, tra cui Piero Ferrari, figlio del fondatore del cavallino Rosso,con il 13,2%, sul dossier sono attive Barclays, Bnp Paribas e Ubs che, nel processo di quotazione, dovrebbe avere il ruolo di global coordinator. Inoltre sono stati preallertati anche gli studi legali Dentons e King & Wood Mallesons, storico consulente di Weichai.

In vista della definizione della timeline che dovrebbe portare Ferretti in borsa, Galassi ha presentato i numeri del 2018 che si è chiuso con ricavi per 669 milioni (il 69% prodotto nell’area Emea, il 20% nelle Americhe e l’11% in Asia Pacific), in crescita rispetto ai 623 milioni dell’anno precedente, un mol di 53,4 milioni (in calo rispetto ai 59 milioni del dato 2017) e un utile di 30,7 milioni che si confronta con proventi per 24 milioni del 2017. Il totale degli asset è salito a 1,138 miliardi, mentre il portafoglio ordini a fine 2018 ammonta a 708 milioni. Il tutto a fronte di investimenti per 154 milioni, 90 milioni dei quali destinati ai nuovi prodotti.

Nel business plan al 2021 ci sono in pipeline 27 modelli per tutti i brand del gruppo, saliti a otto con l’acquisto del (solo) marchio Wally già di proprietà di Luca Bassani: operazione definita attraverso una procedura concorsuale al tribunale del Lussemburgo. Ed è proprio il perimetro dei marchi (Ferretti, Riva, Pershing, Itama, Mochi Craft, Crn, Custom Line e, appunto, Wally) a essere uno dei temi centrali da affrontare in vista della possibile ipo a Milano, perché non è da escludere che qualcuno di essi venga escluso dal progetto, pur sempre restando di proprietà. Su Wally (advisor Pedersoli Studio legale), l’investimento della newco controllata da Ferretti e partecipata da Bassani è di 84 milioni su base triennale.

La società, inoltre, ha deciso di realizzare un modello Riva da vendere in un’asta di beneficenza i cuoi proventi saranno devoluti a chi si occuperà del restauro di Notre Dame di Parigi. Oltre ad aver definito un nuovo accordo con il gruppo Jaguar-Land Rover.

Il settore della nautica è in forte crescita come dimostra uno studio realizzato da Ernst&Young dal quale emerge che il business è passato da un giro d’affari globale di 15 miliardi  nel 2014 a 21 miliardi del 2017 e toccherà quota 23 miliardi nel 2023.


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