È una tavola da surf l’oggetto simbolo per la Cruise 2024 di Gucci, che per la prima volta viola il Gyeongbokgung, il più vasto palazzo reale della Corea per una sfilata di moda e uno show monumentale tra luci da inaugurazione olimpica e tamburi ipnotici. La surfboard evoca gli sportivi sul fiume che taglia la città di Seoul, il cui skyline da Blade runner si apre come un’oasi.
Sono 570 gli ospiti che siedono per assistere a un’infilata di quasi 70 look co-ed. Star da Dakota Johnson ad A$ap Rocky, che è arrivato in Asia per esibirsi in un privatissimo concerto per l’after party , ai coreani Juyeon e Younghoon della band Boyz, attraversano l’uno dopo l’altro i cortili del monumento. L’ultimo, un vasto quadrato, accoglie sotto l’ampio portico inquadrato da file di colonne rosse, la lunghissima passerella.
La collezione, realizzata dal creative studio della maison (che dovrebbe vedere l’arrivo imminente di Sabato De Sarno per lavorare alla collezione che sfilerà a Milano a settembre), gioca sul concetto di ibrido. Capi, accessori e styling si mixano, fondendo mute da windsurfer del fiume Han con i tailleur e gli elementi dell'uniforme da skateboard, il tecnico con la sartoria. E surf con le iconiche scritte logo sono appunto uno degli statement, così come le mute in neoprene. Il processo di ibridazione dà vita a uno studio sulla destrutturazione.
Così come la tavola da surf anche lo skateboard si fa statement. E si trasforma in accessorio quasi jewelry, impreziosendo una serie di borse che vanno dalle horsebit chain deformate o in taglie ridotte fino alle versioni trapezoidali dalla silhouette arrotondata.
Efficace il gioco sul logo, che ora si inserisce in una losanga evocando uno storico brand sporty. Lo show è un omaggio alla Corea, grande destinazione shopping nella quale l’evento si sarebbe dovuto svolgere lo scorso autunno, ma rinviato per la tragedia di Itaewon. Nel Paese la maison è presente da 25 anni, avendo aperto il suo primo negozio monomarca a Seoul nel 1998. Da allora, la presenza nella nazione ha continuato a crescere. Ora finalmente l’evento tanto atteso, in uno dei simboli della città. Il più grande dei sei palazzi reali costruiti a Seoul a partire dalla fine del 1300, parte di un sito patrimonio Unesco.
L’afterparty più atteso di tutta Seoul si è svolto al decimo piano di un building total white, che di giorno ospita mostre di arte contemporanea, da dove partono tre floorsi. Tra finger food molecolare e cocktail che mixano omaggi all’Italia e alla Corea, il pubblico danza attendendo le performance di due star. La prima è quella del rapper Jay Park, coreano ma basato negli Stati Uniti, con 2,6 milioni di follower su Instagram e all’attivo i premi per l’R&B album of the year e come Artist of the year ai Korean hip-hop awards. (riproduzione riservata)