Un milione di unità di propulsione elettrica per le vetture dei brand cinesi Nio e Alps, prodotte ogni anno con robot guidati da visione 3d. 150mila sistemi di trasmissione ibrida annui per ogni linea di assemblaggio in funzione presso Hycet, controllata di Great Wall Motors. 400mila motori Its a rapporto di compressione variabile per Dongfeng Nissan, con le testate dei cilindri assemblate da robot. E ancora 125.000 pick-up per JMC Ford di Xiaolan, 200mila veicoli elettrici per Hycan, e 60mila camion da lavoro pesante Actros per Foton Daimler.
Sono numeri che danno un’idea dei volumi della nuova industria della mobilità cinese, spesso operante in simbiosi con case automobilistiche e altre società straniere. Per esempio Comau, azienda specializzata in automazione e robotica sostenibili, che con le sue tecnologie ha contribuito ai successi sopra ricordati.
Fondata a Torino nel 1973, già controllata dal gruppo Fiat, ora Stellantis, passato recentemente in minoranza, dotata di una rete internazionale con sette centri d’innovazione e 12 stabilimenti di produzione in altrettanti paesi per un totale di 3.700 dipendenti, l’azienda è presente in Cina dal 1997 con una società pienamente controllata, Comau China, che conta 750 dipendenti – tutti cinesi – fra la sede centrale di Shanghai e quelle separate di Kunshan e Dalian.
Fiore all’occhiello dello stabilimento di Shanghai è il suo centro d’innovazione, focalizzato da diversi anni sullo sviluppo di sistemi di tecnologie avanzate per l’e-mobility (in particolare motori elettrici), sulle soluzioni digitali per un’automazione e una robotica sempre più intelligenti nelle loro applicazioni industriali, nonché sui sistemi di assemblaggio e lavorazione dei motori endotermici.
Scalabilità, flessibilità, velocità, efficienza di processi e di costi, oltre a una grande familiarità con i motori elettrici e i loro componenti, dagli statori alle batterie: è il mix di competenze con cui Comau fa breccia sui suoi clienti e interlocutori cinesi, che incontra in occasione di conferenze, fiere e premiazioni oppure invita al suo headquarter di Grugliasco, come è avvenuto lo scorso ottobre con una delegazione guidata da Zhu Jiangming fondatore, presidente e ad della casa produttrice di veicoli elettrici Leapmotor.
«Grazie a una presenza in Cina ormai consolidata negli anni, Comau è riuscita a rispondere alle esigenze produttive delle aziende cinesi e di quelle internazionali che operano sul mercato locale», ha sintetizzato Pietro Gorlier, ceo di Comau, «partendo dalle nostre competenze nel settore automotive, sia tradizionale che elettrico, stiamo acquisendo nuovi clienti in mercati sempre diversi, dall’energetico alla logistica e all’alimentare».
Senza mai smettere di allargare i propri orizzonti, anche geografici: «Facendo leva sulla collaborazione Italia-Cina, che rappresenta per noi un punto di forza», ha avvalorato Gorlier, «puntiamo ad estendere il nostro business nell’area del Pacifico - dove sviluppiamo già importanti progetti per i nostri clienti in Thailandia, Malesia e Indonesia». (riproduzione riservata)