Il futuro prossimo del mondo della cosmesi ha la Cina per protagonista. Questo è quanto emerso nel corso della terza edizione del Beauty summit organizzato da Pambianco strategie d’impresa in partnership con Condé nast Italia.
Tendenza confermata dalla recente partnership siglata nei giorni scorsi da Shiseido con Alibaba (vedere MFF del 3 aprile) e quella che verrà concretizzata a breve anche da BioNike.
E proprio Carolina Solari, che del gruppo cinese è business development manager beautiful & personal care, ha raccontato, attraverso la recente esperienza di Kiko, cosa può significare sbarcare su Tmall: «Nelle prime due ore in occasione dell’evento di lancio sono arrivate ventimila visitatori sull’e-commerce del brand», aggiungendo che, «da giugno 2018 Kiko è diventato un caso di successo con oltre 25 milioni di visitatori». Esperienza vissuta anche da Marvis, «che oggi è il dentifricio internazionale più conosciuto dai cinesi», al punto che, «anche la capogruppo Proraso ha scelto Alibaba per il suo sbarco in Cina».
Ma se la Cina è il grande mercato, Internet, e non solo Alibaba, è la grande e imprescindibile vetrina. Così come ha sottolineato Fulvia Aurino, direttore marketing e omnichannel di The Estée Lauder Italia: «L’avvento dell’e-commerce ha cambiato le abitudini di acquisto, ma non ha soppiantato quelle dei negozi fisici, poi con l’avvento dei social network è arrivato anche un cambio di comunicazione».
Un percorso che, ha spiegato la manager: «Sta portando a una trasformazione della gamma prestige, soprattutto per quanto riguarda il make-up, questo perché quel segmento ha bisogno di un livello esperienziale più complesso da raccontare». Il tutto però, ha continuato Aurino: «Tenendo bene a mente che la chiave di successo è l’integrazione omnichannel della vendita, considerando che anche il travel retail è un fattore determinante delle vendite».
Ma non è tutto perché anche per la cosmesi, il capitolo finanza è sempre più presente, come ha raccontato Walter Ricciotti, managing partner di Made in Italy fund: «Finora 20 aziende del settore sono state oggetto di investimento, 14 delle quali a maggioranza». Realtà che, escludendo due operazioni di grande impatto e tre start-up: «Hanno in media un fatturato da 43 milioni di euro e un ebitda da 6 milioni», mentre per quel che riguarda il fondo: «Entro l’estate dovremo portare a termine altre due acquisizioni».