Nuovi trend tecnologici, ma soprattutto spostamento verso est e incognita dazi: sono le tre sfide rilevanti nel comparto automotive italiano che da solo rappresenta il 5,6% del Pil nazionale e dà lavoro al 7% degli addetti di tutta l’industria manifatturiera.
In questo scenario in profondo mutamento anche a livello globale, il baricentro di produzione e consumi si sposta sempre più verso Est con impatti non solo sui produttori e sulle grandi case automobilistiche, ma anche sui fornitori e tutta la filiera, alle prese con piani di investimenti sfidanti, processi di aggregazione, fusioni e acquisizioni che stanno cambiando il volto dell’intero comparto.
Lo studio Bilancio a 4Ruote, presentato ieri e realizzato da Cassa depositi e prestiti, SaceSimest e Anfia, in collaborazione con AlixPartners, analizza in profondità questi cambiamenti che stanno investendo una galassia di 5.700 imprese, molte delle quali pmi.
«L’automotive rappresenta una parte rilevante del patrimonio industriale del Paese, con importanti riflessi sull’economia nazionale anche in termini di indotto per questo il nuovo Piano Industriale Cassa depositi e prestiti si rivolge per la prima volta a tutte le imprese, dalle grandi alle piccole, e grazie ad un’offerta integrata e capillare di prodotti sarà in grado di offrire un supporto concreto anche alle numerose pmi che fanno parte, in modo sia diretto che indiretto, della filiera di produzione degli autoveicoli,» ha spiegato Fabrizio Palermo, ceo di Cassa depositi e prestiti.
Insieme ai nuovi trend tecnologici, lo spostamento a est del mercato è il dato più rilevante che merge dallo studio. Negli ultimi 10 anni il mercato automotive mondiale è cresciuto a una media del 2,9% in termini di unità immatricolate, con un livello di vendite record nel 2017, ma di quasi il 15% in Cina, dove però l'anno scorso si è verificato il primo arretramento da inizio secolo.
Le stime sul 2018 indicano un sostanziale mantenimento del numero di immatricolazioni e una conferma delle aree di traino e di freno. Sta cambiando anche la tipologia dei clienti. Con l’ampliamento del mercato di riferimento verso l’Asia, cambia il concetto stesso di classe media che si estende ad un’utenza che in alcuni casi è alle prese con il primo acquisto in assoluto di un’auto e che spesso è caratterizzata da abitudini di consumo differentiper esempio, una minore propensione alla sostituzione dei veicoli.
Con oltre 40 milioni di veicoli venduti all’anno, la principale area di traino è l’Asia, che rappresenta il 60% circa del mercato complessivo. In particolare, le vendite in Cina sono più che quadruplicate negli ultimi dieci anni. Il Paese da solo continua ad assorbire un numero di veicoli superiore rispetto alla somma delle aree Efta7 e Nafta. Nel resto del mondo, invece, le immatricolazioni sono aumentate a un ritmo più contenuto: il 10% circa rispetto al 2007, valore generato per la maggior parte nei Paesi emergenti.
Anche la produzione di veicoli si sta spostando: in Cina sono stati prodotti quasi 25 milioni di autovetture nel 2017, tre volte il volume del secondo produttore al mondo, il Giappone. E ai fornitori tradizionali si stanno sommando una serie di nuovi attori riconducibili anche ad altri comparti e più difficili da tracciare, i quali potranno portare a una riconfigurazione della filiera.
La localizzazione geografica degli investimenti, infatti, resta un elemento da tenere presente nell’ideazione dei prototipi, nella realizzazione di sinergie e nella strutturazione di filiere indirizzate a segmenti di domanda molto diversi tra loro.
In questo quadro Cdp, la più importante istituzione finanziaria italiana, metterà a disposizione delle aziende del settore strumenti finanziari e consulenza, attraverso team di esperti specializzati sul settore, in grado di suggerire alle aziende soluzioni concrete, in particolare sui processi di aggregazione e di internazionalizzazione con sace Simest.
Basket bond, prestiti obbligazionari, finanziamenti e garanzie a supporto dei piani di crescita e di internazionalizzazione, export credit è la gamma di soluzioni per sostenere la crescita, la capacità di accesso al credito bancario e la partecipazione al mercato dei capitali delle imprese della filiera a, con particolare attenzione al sostegno agli investimenti in R&S e agli investimenti compatibili con gli obiettivi di sviluppo sostenibile.