Per Lu-Ve, uno dei leader mondiali nella produzione di scambiatori di calore e impianti di refrigerazione, con sede a Uboldo (Varese) India, Cina e Russia insieme agli Usa, sull'altro lato del mondo, restano i mercati strategici che daranno molte opportunità per crescere.
«L'India è un progetto che è partito nel 2016 e sta andando benissimo. Abbiamo comprato una società che è un gioiellino, fatturava 18 milioni a ottobre e quest'anno supererà i 40 milioni,» ha spiegato Matteo Liberali, ceo dell'azienda specializzata che ha stabilimenti produttivi in Cina, India, Svezia, Polonia, Repubblica Ceca e Russia, oltre che in Italia, in un incontro con gli investitori nel corso dell'Italian Equity Week.
Lu-Ve India ha acquistato il 95% del capitale di Spirotech, azienda indiana che si occupa di produzione e commercializzazione di scambiatori di calore. L'Equity Value attribuito al 100% di Spirotech e' stato confermato a 33,6 milioni euro.
Nell'esercizio chiuso a marzo 2016, Spirotech ha fatto registrare un fatturato di circa 21 milioni, con un Ebitda di 4,5 milioni e un utile netto di 2,2 milioni. La posizione finanziaria netta al 31 luglio 2016 era positiva per circa 0,8 milioni.
«L'India rimane nel nostro disegno strategico un Paese con un grandissimo potenziale con una rampa di crescita che sarà un pochino meno rapida rispetto a quanto si poteva immaginare perchè le abitudini di consumo nella grande distribuzione stanno crescendo in modo diverso. Nel medio periodo resta una opportunità grandissima,» ha aggiunto Liberali, che insieme al padre e allo zio Iginio e Fabio, rispettivamente, controlla poco più del 50% del capitale
Sul fronte opposto anche gli Usa sono l'altra grande frontiera. In quel mercato Lu-Ve ha acquisito una società che fatturava 10 milioni a giugno dell'anno scorso, e quest'anno chiuderà con 15-16 milioni di fatturato, secondo il manager. «Stiamo costruendo un nuovo impianto a Jacksonville (Texas) da 25.000 mq,» ha aggiunto Liberali, «gli Usa sono il mercato piu' grande al mondo nella refrigerazione quindi anche lì abbiamo grandi spazi di crescita».
«Nella seconda parte dell'anno ci sarà qualche incertezza nel contesto generale, ma noi vediamo che Russia, Cina e Europa, Italia compresa e a parte l'Inghilterra per le note vicende legate alla Brexit, stanno crescendo»ha specificato il ceo, «l'unico segnale leggermente negativo, che è un campanello di allarme è nell'applicazione per i camion refrigeranti; ma per noi pesano poco», ha concluso.
Per il Gruppo LU-VE il 2018 è stato molto positivo per l’andamento del business. Per la prima volta nella storia infatti il fatturato consolidato ha superato la soglia dei 300 milioni di euro (leggermente al di là delle iniziali previsioni di budget ) raggiungendo il valore di quasi 307 milioni con una crescita del 13,6% rispetto all’esercizio precedente (+11,7% a perimetro costante), grazie ad una domanda vivace e alla sempre più forte presenza commerciale ed industriale in termini sia di copertura territoriale sia di penetrazione di differenti segmenti di applicazione.
Ma il vero salto dimensionale Lu-Ve dovrebbe farlo quest'anno grazie all'acquisizione, chiusa in dicembre, ma operativa dallo scorso aprile, della attività di Alfa Laval Air, che a fine 2018 valevano un fatturato di 108 milioni con un ebitda margin del 9,5% e una crescita costante negli ultimi tre anni del 9% anno su anno.
Alfa Laval Air ha portato in dote oltre a un management con una solida esperienza internazionale altri tre stabilimenti produttivi state of art in Italia, Finlandia e India, con 400 dipendenti complessivamente.
Gli analisti hanno previsto che quest'anno il fatturato dovrebbe salire fino a 390 milioni di euro con un ebitda di 45 milioni, e arrivare a oltre450 milioni nel 2021 con un margine lordo di 62 milioni.
Intanto al 30 giugno scorso il fatturato prodotti era salito a 183,8 milioni rispetto allo stesso periodo del 2018, il 21,9% in più grazie all'acquisizione, mentre il portafoglio ordini era arrivato a 73,4 milioni rispetto allo stesso periodo del 2018 con un crescita dell'80,4%.