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L'impatto del Dragone sul lusso, per il 2023 atteso un +30%

Il rapporto tra turismo, ospitalità e vendita di prodotti di fascia alta è sempre più stretto e si combina con l'effetto revenge spending: dopo un primo trimestre in accelerazione a livello globale, anche il secondo segna un +19%, finora. Boom di vendite di oro e gioielli a Hong Kong


25/05/2023 17:40

di Federica Camurati - Class Editori

settimanale
Un negozio Moncler a Hong Kong

Dopo un primo trimestre più forte delle attese, anche nel secondo trimestre 2023 il trend del settore luxury sta mantenendo il medesimo andamento sostenuto. Ad aprile la domanda di beni di alta gamma è partita in corsa, coerentemente con la crescita del 16% dei ricavi del comparto registrata nella prima parte dell’anno e con un’accelerazione sequenziale di 190 punti percentuali del cagr a quattro anni rispetto al quarto trimestre 2022. 

«Il miglioramento non è dovuto solo alla forza del rimbalzo del lusso cinese, ma anche a una crescita sottostante più rapida in tutte le altre regioni, compresi gli Stati Uniti», hanno precisato gli analisti di BofA-Bank of America. «Siamo del 6-8% al di sopra del consensus sugli eps del settore nel 2023/24. I nostri top pick sono Lvmh, Richemont ed Hermès, tutti con rating buy, mentre siamo più cauti su Burberry e Ferragamo, che valutiamo underperform, e ancora neutral su Kering».

La situazione di stallo di queste ultime società è determinata principalmente dalla fase di transizione che stanno affrontando sul piano creativo, come ha recentemente illustrato a MFF Dario Minutella, principal Kearney Italia per la practice Fashion, luxury e lifestyle. Gucci ha infatti appena accolto in azienda il nuovo direttore creativo Sabato De Sarno, la cui collezione debutterà a settembre e porterà presumibilmente una rivoluzione sia a livello stilistico che strategico.

«La crescita più contenuta di Kering nel trimestre non è quindi da interpretare come un dato negativo, ma come un riflesso della trasformazione che sta affrontando il suo brand di punta, che comunque ha sempre dimostrato di saper tornare alla ribalta», ha spiegato Minutella. Allo stesso modo, le griffe Burberry e Ferragamo stanno ancora raccogliendo i frutti delle prime collezioni di Daniel Lee e Maximilian Davis.

Uno dei motori della crescita dell’industria sta tornando a essere la Cina. Gli esperti di BofA ritengono che i consumi locali cresceranno del 40% nel 2023 e del 15% rispetto al 2021. Stime confermate anche dalle ultime trimestrali di società come Lvmh, Richemont e Tod’s. «La storia suggerisce che la domanda accelererà per sette trimestri dopo la riapertura, spinta da un maggior numero di occasioni di acquisto», hanno anticipato gli analisti.

In effetti la forza della domanda cinese di beni di lusso sta proseguendo nel secondo trimestre, sostenuta da una mobilità interna superiore ai livelli del 2019, da vendite di orologi e gioielli a +169% a Hong Kong e dalla fiducia dei consumatori in miglioramento per il quarto mese consecutivo. «Con il cluster cinese in crescita del 15-30% nel secondo trimestre 2023 rispetto allo stesso periodo del 2021, l’incremento annuo dovrebbe essere del 70-90% in questi tre mesi», ha concluso BofA. 

Un po’ per l’effetto spending revenge del post pandemia, un pò per la ricchezza che si sta accumulando nella nuova borghesia emergente, i consumatori cinesi e in generale asiatici stanno dunque regalando ampio respiro all’industria del lusso e ai suoi investitori. 

«Dopo tre anni di assenza tornano in Europa i turisti cinesi e anche loro si stanno orientando verso il lusso esperienziale», ha affermato anche Carlo Benetti, market specialist di Gam Italia. «Nel 2022 la spesa assoluta dei cittadini cinesi si è ridotta del 35% rispetto ai livelli pre-pandemia. Analizzando il potenziale ammanco nei ricavi derivanti dai consumatori cinesi tra il 2019 e il 2022, se assumiamo la stima prudente di una crescita annua della spesa in prodotti di lusso del 6%, inferiore all’8% del pre-pandemia, il settore avrebbe perso circa 50 miliardi di euro».

Su questa ipotesi prudente, le aspettative di consenso su una ripresa del 25-30% dei consumi cinesi di lusso nel 2023 sembrano troppo conservative, soprattutto alla luce della robusta ripresa dei viaggi prevista nell’inizio della stagione calda e delle vacanze. 

«L’orientamento dei consumatori verso le esperienze renderà sempre più stretto il rapporto tra turismo, ospitalità e vendita», ha concluso Benetti. «Sono informazioni che interessano anche gli investitori perché l’integrazione tra l’ospitalità e le vendite dei beni di lusso offre ai marchi un altro flusso di ricavi e aumenta la fedeltà dei clienti, l’integrazione tra gli acquisti per il possesso e il consumo di esperienze allunga l’offerta e migliora le prospettive di business nel lungo periodo. Ottime ragioni per avere anche la pietra del lusso nell’arco della diversificazione del portafoglio». (riproduzione riservata)


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