Tutte le problematiche legate all’emergenza Coronavirus le hanno vissute in anticipo, da dove è partito tutto: in Cina. Una «palestra» rivelatasi utile anche qui in Italia, ma pure nel mondo.
«Il coronaviru non ha impattato sulla nostra produzione, anche grazie alla sensibilità generata dalla nostra esperienza in Cina che è andata a modificare fin da subito le nostre attenzioni legate a smartworking, distanziamenti, utilizzo di dispositivi di protezione individuale ed altro in tutti i siti in cui siamo impegnati», ha spiegato Giulio Bonazzi, presidente e ceo di Aquafil, attivo nella filiera produttiva del nylon 6, con focus specifico nella produzione di filo per pavimentazione tessile, e nella produzione di fili sintetici per l’abbigliamento, anche sportivo, ambito in cui hanno in piedi collaborazioni con i più importanti brand del settore.
«Credo abbia accentuato un aspetto, che l’economia circolare e la sostenibilità siano la condicio sine qua non per sopravvivere nel medio e lungo periodo», ha insistito l'imprenditore, «anche per questo abbiamo pianificato e stiamo pianificando investimenti a lungo termine: l’obiettivo è quello di andare a produrre nylon da fonti rinnovabili. Produrre cioè la molecola del nylon 6 non dal petrolio, ma dal nylon 6 stesso, per poi riciclarla all’infinito. Sarebbe la soluzione per una serie di prodotti, andando a preservare le risorse naturali del nostro pianeta».
Fondato nel 1965 ad Arco, vicino Trento, il gruppo ha chiuso il 2019 con ricavi pari a 549 milioni di euro (di poco sotto i 555 milioni fatturati nel 2018, -1,1%) ed un Ebitda a quota 69,4 milioni. Gruppo pioniere dell’economia circolare e della tecnologia a questa applicata, Aquafil è quotata al segmento Star di Borsa Italiana, impiega circa 2.800 dipendenti ed è presente in tre continenti, cioè Europa, America ed Asia, attraverso 16 siti produttivi, tra cui quello cinese di Jiaxing, bloccato fino al 9 febbraio ma poi ripartito con chiare indicazioni e rigidi controlli.
«Siamo sempre stati un’azienda che ha fatto moltissimi investimenti in Ricerca & Sviluppo, anche in collaborazione con la clientela, in modo da creare prodotti sviluppati ad hoc e massimizzare i risultati» ha spiegato Bonazzi, «siamo gli unici, ancora oggi, a realizzare su scala industriale la rigenerazione del nylon 6: diversamente dalle altre plastiche, tramite un apposito processo non meccanico, può essere riciclato all’infinito, mantenendo intatte le proprie caratteristiche. Siamo partiti con questo impianto nel 2011, eravamo i primi al mondo: ancora oggi stiamo godendo dei frutti di quell’intuizione».
L'intuizione, con 5 anni di R&S e un investimento di 25 milioni di euro, ha dato vita ad Econyl, marchio andato a racchiudere i prodotti rigenerati, frutto della ri-trasformazione di scarti generati pre-consumer (nelle fasi di produzione del nylon 6) o post-consumer (reti dell’acquacoltura o recuperate, parti superiori delle moquette), che oggi rappresenta il 37,5% delle vendite complessive di fibre della realtà trentina (+3,2% in valore assoluto rispetto al 2018).
Il parco clienti di Aquafil si divide principalmente in due: da un lato grandi aziende americane, australiane, neozelandesi o del nord Europa impegnate nel settore del carpet e della pavimentazione; dall’altro realtà del fashion, clienti di lusso come Prada, Gucci, Adidas, e piccoli marchi specifici ed all’avanguardia.
«Continueremo con la nostra politica del trasformare, confermandoci campioni dell’economia circolare e della sostenibilità» ha aggiunto Bonazzi, «per sostenerci in tale filosofia si è rivelata importante, ovviamente, la quotazione in Borsa: abbiamo raccolto circa 50 milioni di euro utilizzati in vari investimenti, sia per l’incremento dell’attività produttiva sia per alcune acquisizioni, perfezionate nel 2018 e nel 2019. È stato un passo che ci ha permesso e ci permetterà di continuare a crescere».
Una crescita che nel corso dell’esercizio 2019 ha visto ottimi risultati nel mercato statunitense. «La crescita è stata brillante, nonostante lo sciopero di General Motors del quarto trimestre. L’incremento di capacità produttiva americana permetterà di azzerare le importazioni di filo, con un risparmio di circa euro 2,5 milioni nel 2020 oltre che garantire pieno supporto alla crescita prevista dei prossimi tre anni», ha aggiunto.
«Gli obiettivi nel breve e lungo termine? Nelle nostre previsioni, dopo due anni di forti investimenti, il 2020 rappresentava un anno di completamento e di gestione. Comunque per cambiare credo che il mondo abbia bisogno di tre elementi, cioè legislazione appropriata, educazione delle persone e un modo di verso di progettare un prodotto, in cui si pensi anche alla sua fine. Questa visione, applicata ad Aquafil, ci ha permesso di fare molta strada». (riproduzione riservata)