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Azienda Manifatturiero

La guerra del brandy Ue-Pechino minaccia soprattutto la Francia

Sorpresa per le affermazioni di un funzionario del ministero del Commercio Estero che all'indomani dell'iniziativa antidumping dello stesso ministero esalta i risultati dell'apertura di Pechino agli investimenti esteri. Ma il funzionario parla soprattutto di alta tecnologia. La protesta di AssoDistil


08/01/2024 18:55

di Alberto Chimenti - Class Editori

settimanale
Bob Kunze-Concewitz, ceo di Campari

Mentre i produttori europei di brandy cercano di capire la portata dell'iniziativa cinese di un'indagine antidumping sul brandy importato dall'Unione europea, ennesimo segnale di irrigidimento delle autorità di mercato di Pechino, un alto funzionario dello stesso ministero del Commercio da cui è partita l'indagine, ha esaltato i progressi dell'amministrazione nell'apertura al mercato e all'attrazione di investimenti esteri.

Zhu Bing, funzionario del ministero del Commercio cinese, alla tavola rotonda organizzata dall'agenzia di stampa Xinhua, ha messo in rielievo che, secondo le stime, la Cina contribuirà a circa un terzo della crescita globale e rimarrà il principale motore dello sviluppo economico mondiale nel 2024.

Secondo Zhu le multinazionali apprezzano l'enorme portata del mercato cinese, la competitività innovativa e l'attrattiva delle risorse del fattore innovazione globale. E lo dimostrerebbe il fatto che da gennaio a novembre 2023, le industrie cinesi ad alta tecnologia hanno attratto investimenti per 386,65 miliardi di yuan (circa 54,45 miliardi di dollari), pari al 37,2% del volume totale degli investimenti diretti esteri.

Nello stesso periodo, il numero di nuove imprese ad investimento straniero in Cina è aumentato del 36,2% rispetto all'anno precedente.

I dati, secondo Zhu, riflettono l'efficacia di una serie di politiche varate dal Governo. Pechino inoltre si è impegnata a espandere l'apertura ad alto livello e a rafforzare la stabilità dei risultati nel commercio estero e negli investimenti esteri. In prospettiva, Zhu ha sottolineato che saranno compiuti ulteriori sforzi per facilitare l'accesso al mercato.

Per esempio, il ministero si impegnerà per eliminare tutte le restrizioni per gli investitori esteri che entrano nell'industria manifatturiera, intensificare gli stress test sull'apertura delle zone di libero scambio pilota e approfondire l'apertura nel settore dei servizi. Molte multinazionali, secondo Zhu, rimangono ottimiste sul mercato cinese e si impegnano a investire in Cina perche' investire nel Paese asiatico "significa investire nel futuro".

Zhu non ha fatto alcun accenno alla decisione del suo ministero di avviare l'indagine a seguito di una denuncia presentata a novembre dalla China Liquor Association, per conto dell'industria cinese degli alcolici da vino. Secondo il gruppo di ricerca Daxue Consulting, nel 2022, la Cina ha importato più brandy di vino di qualsiasi altro liquore, la maggior parte dalla Francia. 

Particolarmente colpiti dalle notizie circa l'indagine antidumping potrebbero essere, infatti, i produttori francesi e in particolare Remy Cointreau, le cui azioni in borsa hanno già accusato perdite consistenti. Per Campari che recentemente ha acquisito il cognac Courvoisier le perdire sul mercato cinesi sarebbero minori, perché il brand si colloca in una fascia di mercato molto alta, e sul fatturato del gruppo italiano, rappresenta una percentuale inferiore al 10%. 

Sul tema è intervenuta oggi AssoDistil che sta investendo da alcuni mesi nel mercato cinese con un progetto di promozione del Brandy italiano, eccellenza dei distillati Made in Italy, e proprio in questi giorni cominciamo a registrare i primi segnali di interesse da parte dei consumatori cinesi.

«Veniamo a conoscenza, con sconcerto, dell'indagine antidumping che il ministero del Commercio cinese ha avviato su alcune tipologie di prodotti alcolici di provenienza UE, in particolare proprio i distillati di vino», ha dichiarato Sandro Cobror, direttore dell'associazione, «sebbene, dalle prime informazioni sembrerebbe che lo scopo dell'indagine sia eminentemente ritorsivo contro analoghe indagini UE indirizzate verso l'import di motori elettrici dalla Cina, non vi è dubbio che l'iniziativa cinese metta a rischio lo sviluppo del mercato del Brandy in quel Paese nonché la propensione all'investimento da parte di quei produttori non ancora presenti in Cina che vedono nel grande Paese asiatico un interessantissimo mercato potenziale di sviluppo sia del brandy che dei distillati in generale».

«Un'indagine antidumping rischierebbe inevitabilmente di bloccare sul nascere una iniziativa come quella della promozione del Brandy italiano in Cina oltre che recare un danno economico enorme al settore degli spirits e tutto questo senza alcuna ragione reale» ha aggiunto Cobror, sottolineando che «infatti, oggi sul mercato cinese il brandy UE viene venduto a prezzi decisamente superiori a quello dei distillati locali e comunque, laddove pure si ravvisasse l'opportunità di bloccare le importazioni di distillati dall'UE, ciò risulterebbe economicamente ininfluente per controbilanciare il rischio di un blocco delle importazioni in UE di componentistica e motori elettrici dalla Cina che vale dieci volte di più».

AssoDistil al ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, cdi adoperarsi per impedire che l'iniziativa cinese abbia seguito.


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