Con 353 miliardi di vendite, in crescita del 79%, il mercato cinese, con Hong Kong e Taiwan, è stato il best performer assoluto della crescita del fatturato Ferrari nel primo trimestre di quest'anno, mentre il mercato dell'auto del Dragone continua a scendere con percentuali a doppia cifra.
Ferrari in Cina è un fenomeno a se, anche nel comparto lusso, da quando ha debuttato sul mercato comunista nel 1992 con la consegna a Pechino della prima 348 TS. Da allora le liste di attesa per le consegne sono state costantemente piene e sembra che il potenziale sia ancora elevato, considerando il tasso di crescita dei grandi ricchi e che il tasso di penetrazione è ancora inferiore a quello degli altri paesi dell'area Pacifico, dove sono state vendute 353 auto, e soprattutto l'Europa e i paesi del Medio Oriente che hanno comperato 1.209 Ferrari, +10%, con una popolazione che è meno di un terzo di quella cinese.
Nel 2018 con 685 auto vendute +7% sull'anno prima, la Cina è stato per Ferrari il terzo mercato mondiale, dietro a Regno Unito che ha acquistato 981 Ferrari (+10%) e alla Germani a quota 803. Ma se il trend del primo trimestre dovesse continuare la Cina potrebbe agevolmente diventare il primo mercato al mondo.
In totale nel primo trimestre di quest'anno la casa di Maranello ha venduto 2.610 auto, il 22% in più dell'anno scorso, con un fatturato netto di 940 milioni, in crescita del 13,1%, e adjusted ebitda pari a Euro 311 milioni, in crescita del 14,1% e quindi con una marginalità sul fatturato che ha toccato il 33,1%, un vero record per un'impresa che fa automobili, quindi con investimenti fissi molto rilevanti.
«Abbiamo un libro prenotazioni forte per i primi mesi del 2019», aveva annunciato lo scorso aprile Louis Carrey Camilleri, ceo di Ferrari, e ieri alla presentazione agli analisti dei conti trimestrali, Camilleri ha ribadito che la Cina sta andando forte.
I fan del Cavallino sembra non diano molto peso ai dispiaceri della formula 1, in cui sul circuito di Shanghai Ferrari è stata battuta ancora una volta pesantemente dalle Mercedes. E neppure gli incidenti di percorso finora hanno inciso sulle vendite.
Dal 22 maggio prossimo Ferrari Cina richiamerà 524 veicoli per i rischi di porte difettose e incendio. Tra le auto interessate ci sono 167 unità importate dei modelli GTC4Lusso e GTC4Lusso T prodotte tra il 13 luglio 2016 e il 6 dicembre 2018, ha riferito l'Amministrazione statale cinese per la regolamentazione del mercato (Saic).
Il problema di questi 167 veicoli riguarda il meccanismo della serratura della porta: può impedire di aprire il veicolo utilizzando le maniglie esterne. Per quanto riguarda invece le altre 357 unità, si tratta di auto importate di modelli come GTC4Lusso, GTC4Lusso T, 488 GTB, 488 Spider, 488 Pista e 812 Superfast, prodotti tra il 2 novembre 2017 e l'11 ottobre 2018, che sono state inserite nella lista dei richiami a causa del separatore di vapori di carburante che potrebbe rompersi e permettere ai fumi di fuoriuscire, aumentando di conseguenza il rischio di incendio in quei veicoli, riferisce sempre il regolatore.
La casa di Maranello interverrà a sue spese sostituendo maniglie e serrature delle porte, oltre a risolvere anche il problema dei vapori di carburante.
D'altra parte sono anni che la casa di Maranello organizza ogni genere di iniziativa, da quelle più spettacolari come l'illuminazione di rosso della Oriental Pearl Tower di Shanghai, simbolo del successo della nuova Cina, alle più utili come i corsi di guida per i potenziali clienti e, soprattutto i loro figli.
I corsi si rivolgono anche ai neopatentati, visto che per i giovani rampolli cinesi non è inusuale ricevere come regalo per i 18 anni di età una Ferrari nuova di zecca. E molti uomini d’affari che hanno superato la cinquantina decidono che è ora di celebrare il loro successo comprando un’auto del cavallino della quale, magari, vogliono imparare i segreti attraverso un corso di guida ad hoc.
Un'altra caratteristica del mercato cinese, che potrebbe diventare il primo mercato del mondo per Ferrari, è che non esiste un mercato di seconda mano, perché chi acquista un esemplare diventa automaticamente un collezionisti, mentre nel resto del mondo, un ferrarista rimette sul mercato il proprio gioiello in media 3 anni dopo l’acquisto.
Per far conoscere il proprio brand Maranello ha puntato anche sull'arte con l’artista Lu Hao che ha creato una 599 GTB unica, dipingendone la scocca con una tecnica speciale che riproduce le antiche porcellane Ge Kiln della dinastia Song, vettura battuta all’asta a Beijing i cui proventi hanno finanziato un progetto di studio di tre anni con giovani studenti dell’università Tsinghua di Shanghai.
Nel 2009 è nato anche il Ferrari Owners Club Cina, che organizza eventi come un campionato monomarca Ferrari Challenge dedicato all’Asia e per i 70 anni della Casa di Maranello, nel 2017, un rally di 1700 chilometri lungo l'antica Via della Seta.