Cina e nuove generazioni avranno la meglio sulle incertezze economiche e politiche di fine 2019. «Se il presente è in balìa delle incertezze, nel medio periodo le previsioni restano più che positive,» ha raccontato a MFF (gruppo ClassEditori) Fabio Fusco, managing director della divisione global Corporate & investment banking di Bank of America (Bofa).
Partner di Class Editori nell'organizzazione del Milano Fashion Global Summit, la cui 18 edizionesi svolgerà nella capitale della moda italiana il 22 ottobre prossimo, Bofa è un protagonista del mondo degli affari nella moda e nel lusso, dove ha curato il collocamento in borsa di brand globali, fra cui Brunello Cucinelli, Moncler, Jimmy Choo.
«Nel medio periodo, la crescita per i prossimi cinque anni dovrebbe aggirarsi sul 4-5%, la forza del consumatore asiatico e in particolare cinese non sembrano arrestarsi,» ha spiegato il banchiere d'affari, «c’è poi l’avanzata delle nuove generazioni Y e Z, che arriveranno a rappresentare il 50% del personal luxury market nel 2025»
Secondo Fusco la Cina continuerà a essere il target numero uno. «Ricordo che al Milano Fashion Global Summit del 2004 in cui partecipai, i relatori, tra i quali Miuccia Prada e Renzo Rosso, dissero che nei successivi dieci anni la Cina avrebbe rappresentato il primo mercato mondiale per la moda e il lusso creati e prodotti in Europa. Avevano ragione. Quindici anni dopo la Cina vale per un terzo del mercato mondiale del lusso. Però oggi stanno cambiando i modi per arrivarci, con i marketplace digitali ogni giorno sempre più importanti».
In cosa sono diverse le nuove generazioni di consumatori? «Sono loro i principali agenti del cambiamento, le forze che stanno spingendo le aziende della moda a prestare più attenzione alle istanze sociali, all’etica del lavoro, alla salvaguardia dell’ambiente, all’inclusività, alla condivisione dei processi di innovazione con le community e i social network per un’informazione trasparente,» ha ammesso Fusco.
«Sostenibilità, sharing economy, second hand o vintage (quest’ultimo un mercato che già vale 25 miliardi di dollari) sono ormai entrati nel lessico di molti, se non tutti, i piani industriali dei grandi e medi gruppi», ha concluso il banchiere.
Una conferma diretta sulla centralità del mercato cinese, non solo per lesue dimensioni, ma anche per la recente focalizzazione alla sostenibilità, arriva dal designer Gilberto Calzolari porterà per la prima volta a Shanghai, al China international import expo in calendario dal 5 al 10 novembre prossimi, il suo brand di prêt-à-porter dall’animo green, con il quale si è aggiudicato il riconoscimento di Best emerging designer ai Green carpet fashion awards 2018.
Il designer esporrà alcuni look della collezione f-w 2019/20 a questa seconda edizione della manifestazione che più ha segnato la volontà dell governo cinese si aprirsi alle importazioni dai mercati del mondo, invitando le aziende straniere a presentare i loro prodotti e servizi con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione e promuovere lo sviluppo di un’economia globale.
L’Italia sarà tra gli ospiti d’onore della kermesse. Calzolari, attento ai valori di sostenibilità ambientale e qualità del lusso Made in Italy, sarà protagonista insieme ad altri tre designer di un’installazione con una selezione di look della collezione f-w 19/20, esposti lungo le arcate di una struttura interna al padiglione Italia.
I look presentati da Calzolari, parte della collezione intitolata Unnatural, riflettono sui concetti di naturale e artificiale tramite la rappresentazione di una natura filtrata e alterata dall’uomo, come nella giacca kimono in tessuto broccato con motivi floreali che brillano in riverberi lamé o come nella blusa in pvc azzurro trasparente, un omaggio alle opere provocatorie di Damien Hirst, dove la natura è immersa nelle formaldeide.
O ancora nell’abito realizzato con la rete per l’imballaggio degli agrumi che, successivamente decorata a telaio a mano con materiali da ricamo di scarto, diventa un vero e proprio tulle couture.