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Lusso in affanno nel trimestre in Cina e nel sud-est asiatico

Gucci e EssilorLuxottica segnalano l'impatto dei lockdown sui consumi nella Repubblica Popolare e la fiammata di contagi Covid in India. Il gruppo di occhiali italo-francese cresce nel mondo del 38% e in Asia pacifico del 3%


22/04/2022 18:04

di Pier Paolo Albricci - Class Editori

settimanale
Stefano Grassi, cfo di EssilorLuxottica

Dai primi risultati trimestrali dei grandi brand del lusso emerge in chiaroscuro il mercato cinese, e più in generale nel sudest asiatico, in un contesto internazionale, invece, di grande ripresa. Gucci, brand del gruppo Kering, che ha in Cina uno dei suoi mercati principali, in marzo ha incominciato ad accusare un rallentamento delle vendite.

«Abbiamo iniziato il 2022 con un primo trimestre molto solido all'interno di un contesto incerto, influenzato in particolare dall'inasprimento delle restrizioni Covid in Cina dal mese di marzo», ha detto il chairman e ceo François-Henri Pinault. I lockdown nel mercato orientale non sono comunque bastati a frenare il gigante Kering, che ha archiviato l'inizio d'anno con un fatturato in crescita del 27,4% a 4,95 miliardi di euro. I ricavi dei negozi a gestione diretta sono aumentati del 23% su base comparabile annua e del 32% dallo stesso periodo del 2019.

«La forte performance di Gucci in Nord America e in Europa è stata invece oscurata dalla sua esposizione in Cina, dove stiamo potenziando la sua organizzazione per cogliere appieno la vitalità del mercato», ha concluso il ceo. La griffe di punta del gruppo Kering ha riportato comunque ricavi nel trimestre per 2,59 miliardi di euro (+19,5%).

Un altro gigante del lusso EssilorLuxottica conferma di aver risentito della debolezza del mercato cinese che è cresciuto di 1-2 punti percentuali mentre a livello di gruppo il giro d'affari consolidato ha segnato un +38% a 5,6 miliardi di euro.

Riferendosi alla Cina, Stefano Grassi, cfo di gruppo, ha detto che «quest'anno le restrizioni legate alla pandemia nel Paese influenzeranno le vendite principalmente nel mese di aprile, mentre l'impatto dell'inflazione sarà più accentuato nel secondo e nel terzo trimestre, anche se dovrebbe normalizzarsi entro la fine dell'anno».

L'area Asia-Pacifico, in cui la Cina rappresenta la gra parte, ha registrato un fatturato comparabile pari a 685 milioni di euro, in crescita del 3,1% a cambi costanti  (+7,3% a tassi di cambio correnti) nonostante l'impatto di diversi fattori sfavorevoli che hanno colpito l’area, con nuovi lockdown dovuti al Covid-19 in Cina e a Hong Kong, le forti inondazioni in Australia e una nuova ondata di pandemia che si è abbattuta sull'India a gennaio.

La Cina ha registrato vendite positive fino a febbraio, con una performance in peggioramento a marzo a causa del crescente numero di focolai di Covid-19 e delle successive restrizioni. Stellest ha continuato il suo percorso positivo nel Paese con una crescita esponenziale di unità vendute. La performance degli altri mercati dell’area è stata caratterizzata da un’Asia meridionale solida che ha beneficiato di un progressivo allentamento delle restrizioni sanitarie, da un Giappone solido sostenuto da una forte crescita di occhiali e AFA e da una solida accelerazione in India nella seconda parte del trimestre. (riproduzione riservata)


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