La Cina si conferma un mercato di punta e Hermès, Missoni e il gruppo Otb-Only the brave si espandono nel territorio del Dragone con nuove aperture retail. La maison francese ha aperto un nuovo punto vendita a Wuhan all'interno del nuovo centro commerciale Heartland 66. L'opening sostituisce un ex sede che aveva aperto in città nel 2012 e ha visto da subito lunghe file alla sue porte, confermando così il potenziale all'interno del mercato locale. Segue l'onda delle nuove aperture anche il marchio di maglieria italiano che ha recentemente inaugurato il suo secondo flagship store cinese a Chengdu, che si aggiunge a quello di Shanghai aperto a novembre 2021.
Mira al raddoppio invece il gruppo di Renzo Rosso che debutta con il suo più grande store proprio nel territorio asiatico. «Vogliamo continuare a rafforzare il collegamento con la Cina e con i nostri clienti cinesi», aveva dichiarato a MFF l'imprenditore a seguito dell'inaugurazione del megastore di 2.400 metri quadrati. Negli spazi del nuovo luxury mall Jc Plaza di Shanghai, nella strada del lusso Nanjing road, il gruppo italiano ha aperto le porte dei flagship store dei marchi Amiri, Jil Sander, Maison Margiela e Marni. «Il progetto Jc Plaza è il segno tangibile dei nostri piani di crescita e di sviluppo in Cina, un Paese che rappresenterà a breve il 50% dei consumi di moda e lusso globali», aveva poi aggiunto.
Tra chi progetta il debutto in Cina, come il brand umbro Fabiana Filippi che punta alla prima apertura retail nel 2023, c'è chi avvia le chiusure. Il colosso iberico del fast fashion, dopo aver annunciato a gennaio 2021 la chiusura dei negozi fisici di Bershka, Pull&Bear e Stradivarius nella nazione, con l’obiettivo di puntare sulle vendite online, ha ora deciso di fare dietrofront tagliando anche l’e-commerce. Il colosso continua quindi a selezionare gli asset da mantenere sul principale mercato asiatico, dove rimarranno comunque i negozi fisici del marchio ammiraglio Zara, di Zara home, Oysho e Massimo Dutti.
Nonostante le restrizioni e le politiche zero-Covid che hanno fortemente impattato negativamente sui bilanci degli esercizi di diversi marchi, come quello di Burberry, le maison del lusso continuano a vedere la Cina come un territorio pieno di potenziale e in forte espansione. Dopo un periodo di stasi, il secondo trimestre ha messo a segno una progressiva ripresa grazie al rallentamento delle restrizioni. Nel mese di giugno, in particolare, secondo gli analisti il Dragone è tornato a crescere registrando un Pmi-purchasing managers index, l'indicatore del livello di attività dei responsabili degli acquisti nel settore manifatturiero, che si è attestato a 50,2 punti a giugno, rispetto ai 47,4 punti di aprile e i 49,7 punti del mese di maggio. (riproduzione riservata)