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Nuovo boom di Ferrari, +71% di vendite in Cina e Taiwan

Il Dragone è diventato il primo mercato al mondo per la Rossa di Maranello che ora punta a mantenere le eccezionali performance di quest'anno con il nuovo modello ibrido SF 90 Stradale, la Ferrari più performante di sempre. Il prezzo medio delle auto consegnate nel mercato globale è stato di 364 mila euro, ma in Cina potrebbe essere anche superiore, visto che le consegne riguardano soprattutto i nuovi modelli


02/08/2019 13:26

di Pier Paolo Albricci - Class Editori

ferrari
La SF 90 Stradale, il primo modello ibrido di Maranello

La Rossa di Maranello stravince ancora in Cina, quella comunista e quella di Taiwan, ma soprattutto in mainland. Nel primo semestre di quest'anno l'azienda ha comunicato oggi di aver venduto il 71% in più dell'anno scorso, già anno record, in valore assoluto  617 auto, poco meno delle 685 vendute nell'intero 2018, a un valore medio di poco superiore a 364 mila euro, ma probabilmente superiore alla media globale visto che le consegne in Cina hanno riguardato i nuovi modelli di Ferrari Portofino e 812 Sperfast.

«Il mix geografico si è spostato a favore della Cina Continentale per effetto della decisione di accelerare le consegne ai clienti prima dell'introduzione anticipata di nuove normative sulle emissioni, come accaduto nel primo trimestre, mentre il calo degli USA, -5,5%, riflette il ciclo vita all’interno della famiglia delle 488» ha spiegato l'azienda.

Il dato è ancora più eclatante, considerando che a livello globale le consegne di auto Ferrari sono cresciute del 15%, con un fatturato in crescita dell'11%, a 1,9 miliardi e una redditività che ha toccato a livello di primo margine (ebitda) il 32,5% dei ricavi. 

Nella regione Emea, che comprende Europa, Medio Oriente e Africa, le consegne sono cresciute nel semestre del 10%, sono diminuite nelle Americhe e hanno registrato una buona performance nel resto della regione Asia Pacifico, che comprende Giappone, Austrailia e il resto del sud est asiatico, con un incremento del 16%.

Difficile che una simile performance in Cina possa continuare, dicono gli analisti,  anche se Ferrari ha in canna il nuovo prodotto che potrebbe ribaltare i pronostici. Il 29 maggio scorso ha presentato la sua prima vettura ibrida di serie PHEV (Plug-in Hybrid Electric Vehicle), la SF90 Stradale. Il nuovo modello, al vertice della gamma, rappresenta un vero cambio di paradigma grazie al raggiungimento di prestazioni ineguagliabili per una nuova supercar di serie, forte di 1.000 CV, un rapporto peso-potenza di 1,57 kg/CV e 390 kg di deportanza a 250 km/h. Inoltre quest'auto grazie al fatto di essere ibrida godrà in Cina di un importante tax benefit, l'incentivo governativo ad acquistare auto meno inquinanti.

Già nel primo trimestre di quest'anno il mercato del Dragone era stato il best performer assoluto della crescita del fatturato Ferrari con un +63% di consegne, confermando che il cavallino Rosso  in Cina è un fenomeno a se, anche nel comparto lusso, da quando ha debuttato sul mercato comunista nel 1992 con la consegna a Pechino della prima 348 TS.

Da allora le liste di attesa per le consegne sono state costantemente piene e sembra che il potenziale sia ancora elevato, considerando il tasso di crescita dei grandi ricchi e che il tasso di penetrazione è ancora inferiore a quello degli altri paesi dell'area Pacifico, dove sono state vendute 353 auto nel 2018, e soprattutto l'Europa e i paesi del Medio Oriente che hanno comperato 1.209 Ferrari, +10%, con una popolazione che è meno di un terzo di quella cinese. 

Nel 2018 con 685 auto vendute +7% sull'anno prima, la Cina è stato per Ferrari il terzo mercato mondiale, dietro a Regno Unito che ha acquistato 981 Ferrari (+10%) e alla Germani a quota 803. 

«Abbiamo un libro prenotazioni forte per i primi mesi del 2019», aveva annunciato lo scorso aprile Louis Carrey Camilleri, ceo di Ferrari, e alla presentazione agli analisti dei conti trimestrali, Camilleri ha ribadito che la Cina sta andando forte.

I fan del Cavallino sembra non diano molto peso ai dispiaceri della formula 1, in cui sul circuito di Shanghai Ferrari è stata battuta ancora una volta pesantemente dalle Mercedes. E neppure gli incidenti di percorso finora hanno inciso sulle vendite. 

Dal 22 maggio prossimo Ferrari Cina richiamerà 524 veicoli per i rischi di porte difettose e incendio. Tra le auto interessate ci sono 167 unità importate dei modelli GTC4Lusso e GTC4Lusso T prodotte tra il 13 luglio 2016 e il 6 dicembre 2018, ha riferito  l'Amministrazione statale cinese per la regolamentazione del mercato (Saic).

Il problema di questi 167 veicoli riguarda il meccanismo della serratura della porta: può impedire di aprire il veicolo utilizzando le maniglie esterne. Per quanto riguarda invece le altre 357 unità, si tratta di auto importate di modelli come GTC4Lusso, GTC4Lusso T, 488 GTB, 488 Spider, 488 Pista e 812 Superfast, prodotti tra il 2 novembre 2017 e l'11 ottobre 2018, che sono state inserite nella lista dei richiami a causa del separatore di vapori di carburante che potrebbe rompersi e permettere ai fumi di fuoriuscire, aumentando di conseguenza il rischio di incendio in quei veicoli, riferisce sempre il regolatore.

La casa di Maranello interverrà a sue spese sostituendo maniglie e serrature delle porte, oltre a risolvere anche il problema dei vapori di carburante. 

D'altra parte sono anni che la casa di Maranello organizza ogni genere di iniziativa, da quelle più spettacolari come l'illuminazione di rosso della Oriental Pearl Tower di Shanghai, simbolo del successo della nuova Cina, alle più utili come i corsi di guida per i potenziali clienti e, soprattutto i loro figli. 

I corsi si rivolgono anche ai neopatentati, visto che per i giovani rampolli cinesi non è inusuale ricevere come regalo per i 18 anni di età una Ferrari nuova di zecca.  E molti uomini d’affari che hanno superato la cinquantina decidono che è ora di celebrare il loro successo comprando un’auto del cavallino della quale, magari, vogliono imparare i segreti attraverso un corso di guida ad hoc. 

Un'altra caratteristica del mercato cinese, che è diventato il primo mercato del mondo per Ferrari, è che non esiste un mercato di seconda mano, perché chi acquista un esemplare diventa automaticamente un collezionisti, mentre nel resto del mondo, un ferrarista rimette sul mercato il proprio gioiello in media 3 anni dopo l’acquisto.

Nel 2009 è nato anche il Ferrari Owners Club Cina, che organizza eventi come un campionato monomarca Ferrari Challenge dedicato all’Asia e per i 70 anni della Casa di Maranello, nel 2017, un rally di 1700 chilometri lungo l'antica Via della Seta.


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