Le aziende italiane che operano in Cina sono ottimiste sull'evoluzione del mercato del Dragone e fiduciose che i legami bilaterali più solidi tra le due economie porteranno maggiori opportunità.

«Oltre 500 aziende italiane presenti in Cina sono diventate membri dell Camera di Commercio italiana in Cina, che ha l'obiettivo di agevolare la localizzazione delle imprese italiane», ha fatto sapere Giulia Gallarati, segretaria generale della Camera a Xinhua.

Secondo Gallarati, i commenti dei membri sono la dimostrazione che le imprese italiane ritengono di poter beneficiare dello sviluppo e del mercato della Cina, con una crescita dei ricavi.

Poiché l'economia cinese sta mantenendo una crescita stabile e si sta muovendo verso un modello di sviluppo guidato dal consumo, il potere d'acquisto dei consumatori continua a crescere, stimolando l'ampliamento del mercato dei consumatori.

Questo andamento incoraggia l'attività delle imprese stimolandole a cercare maggiori opportunità per espandere la propria presenza e per rispondere ai cambiamenti nella domanda dei consumatori cinesi.

«Abbiamo scelto la Cina come primo mercato d'oltremare grazie al grande potenziale quantitativo e qualitativo del paese,» ha spiegato Andrea Boragno, presidente di Alcantara, che produce  l'omonimo materiale principalmente utilizzato nel fashion design e nel settore automobilistico.

«Gli ultimi anni hanno visto l'aumento della domanda dei consumatori cinesi per beni di lusso e le lifestyle experience. In questo momento dobbiamo cavalcare l'onda per affermare la Cina come mercato chiave» ha continuaro Boragno.

La maggiore apertura della Cina agli scambi internazionali ha avuto un riflesso positivo anche nei confronti dell'interscambio con l'Italia che l'anno scorso ha toccato il massimo storico di 54,2 miliardi di dollari.

«La Belt and Road Initiative e la nuova legge sugli investimenti esteri offrirà nuove opportunità alla collaborazione tra le imprese dei due paesi», ha messo in luce, Gallarati. «L'Italia vanta tecnologie innovative avanzate, mentre la Cina si sta spostando verso un'economia guidata dall'innovazione: questa convergenza porterà a rafforzare la cooperazione tra le due parti» ha aggiunto.

L'impegno della Cina verso l'apertura non solo promuove reciproci vantaggi, ma attira più investimenti italiani grazie alla maggiore apertura e a un più ampio accesso al mercato. Stando ai dati ufficiali, alla fine dello scorso giugno l'Italia aveva investito 7,21 miliardi di dollari in 5.937 progetti in Cina.

«La Cina sta facendo il suo ingresso in una epoca d'oro per gli investimento in entrata e in uscita, unitamente all'attuazione di programmi di riforma ambiziosi per spostare verso l'alto la qualità della produzione. Un tale sviluppo non può fare altro che beneficiare l'azienda».

«In questo scenario di rapida crescita, riteniamo che i consumatori cinesi diventeranno ancora più esigenti», ha aggiunto Boragno.

Le imprese italiane che intendono esplorare il mercato cinese hanno, tra l'altra, a disposizione diverse piattaforme e occasioni di incontro con gli operatori locali sia a livello b2b che b2c. Un esempio è stato il primo China International Import Expo (CIIE), che nel novembre scorso ha visto la partecipazione di 141 aziende italiane, che forniscono prodotti e servizi nel settore medico, alimentare, delle apparecchiature intelligenti e del consumo quotidiano. 

Secondo l'ufficio del CIIE, le aziende e le organizzazioni italiane hanno confermato la loro partecipazione alla seconda sessione dell'evento che si terrà a novembre.