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Sempre più Cina per i nuovi brand del fashion made in Italy

L’imprenditrice digitale Chiara Ferragni, protagonista del Milan Fashion Global Summit 2019, ha acceso i riflettori sulle potenzialità del Paese asiatico, dove nonostante l’assenza di Instagram, il suo brand gode di ampia popolarità, con otto degli 11 monomarca worldwide. E Alice Carli, ceo di L'autre chose, ha annunciato un accordo per l'apertura di 10 punti vendita in franchising


23/10/2019 12:18

di Margherita Malaguti - Class Editore

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Chiara Ferragni, imprenditrice digitale, ha aperto in Cina 8 monobrand

L'enfasi sul mercato cinese del fashion che ha caratterizzato la due giorni milanese, conclusa ieri, del Fashion Global Summit, organizzato a Milano da Class Editori e da Bank of America, con il patrocinio del Comune di Milano, sta trovando eco negli annunci di nuove aperture in Cina da parte di brand giovani che puntano al target delle nuove generazioni, spesso trainati dai social network.

Chiara Ferragni, un'imprenditrice digitale, forte di oltre 17 milioni di follower su Instagram ha, ha annunciato che ben 8 degli 11 store dei suoi brand monomarca sono stati aperti in quel mercato. Ferragni, che ha incominciato nel 2009 con un blog The blonde salad, attualmente è ceo di due aziende, Tbs crew e Chiara Ferragni collection.

La sua linea di abbigliamento ha raggiunto 22 milioni di euro di fatturato nel 2018. «Quando abbiamo scoperto quanto fossi conosciuta lì, noi stessi ci siamo stupiti. Da alcuni anni ho anche un profilo Weibo, ma il seguito è stato da subito molto positivo,» ha raccontato la blogger-imprenditrice, « la mia collezione riscuote un ottimo successo nel grande Paese. Credo che un dato sorprendente sia che degli 11 store monomarca della Chiara Ferragni collection nel mondo, ben 8 siano stati aperti in Cina».

Ferragni ha insistito sul fatto che il successo è dovuto a una generazione cambiata grazie ai social e Internet, più democratica e informata, che vuole dire la sua. «Con il mio team ci siamo sempre spinti per realizzare i nostri sogni. Si tratta di fare una lista dei desideri. Poi di attivarsi, come nel caso del docu-film Chiara Ferragni unposted, prodotto da noi», ha spiegato a proposito dei progetti della sua azienda, il cui successo è legato soprattutto all'immagine che si è conquistata su Istagram. 

Un altro marchio che sta scommetndo sul mercato asiatico è L’Autre chose, in fase di rilancio da parte del fondo di investimento Sator che all'inizio di quest'anno che ha acquisito l'intera proprietà. Una delle prime mosse della nuova gestione è stata l’acquisizione del marchio di calzature di lusso Giannico, ultimata a settembre.

Le due griffe mirano ora a essere sempre più internazionali e contemporanee, come ha spiegato il ceo Alice Carli, che dal palco del Milano Fashion Global Summit 2019 ha Che ha poi svelato la sigla di un accordo con un gruppo cinese, di cui è ancora top secret l’identità.

Il deal prevede l’apertura di 10 negozi in franchising nell’ex Celeste impero, confermando l’Asia-Pacific come prossimo obiettivo della società e puntando la parte creativa sulla Z generation, bene interpretata da Nicolò Beretta, 24 anni, creative director di entrambi i brand.  

«Puntiamo tutto su internazionalizzazione e omnichannel. Abbiamo consolidato la nostra presenza in Emea arrivando in department store come Printemps e Rinascente, contenitori ideali per la nostra strategia distributiva», ha spiegato Carli. 

Iprogetti omnichannel di entrambi i brand hanno trovato terreno fertile in Farfetch. «L’e-commerce ci permette di costruire e migliorare la notorietà dei nostri brand con una velocità sorprendente. Garantisce inoltre il giusto posizionamento accanto ad altre griffe importanti e aumenta la fidelizzazione del cliente», ha aggiunto Carli. Da un lato la parte più fancy della sua estetica con Giannico, per le cui creazioni lo stilista utilizza materiali pregiati e si ispira al mondo dell’arte in tutte le sue forme. Dall’altro il trionfo dell’effortless e dell’eleganza non appariscente con L’Autre chose. 

 

 


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