Un confronto tra istituzioni e imprenditori italiani e cinesi su esperienze, soluzioni e best practices per ripartire dopo l’emergenza Covid-19. Questo l’obiettivo del webinar «Esperienze da e per la Cina – Idee per rilanciare il business», organizzato da Class Editori e China media group in collegamento live tra ClassCnbc e China global television network.
«La Cina si sta rialzando, sta tornando ai livelli di produzione precedenti e stima di chiudere il 2020 in leggera crescita. È in atto un incredibile adattamento alle nuove circostanze, che rende il Paese un esempio per l’Italia e l’Europa intera», ha sottolineato l’ambasciatore d’Italia in Cina Luca Ferrari. Che ha osservato come le circostanze attuali possano rappresentare, negli anni a venire, l’occasione per un’ulteriore intensificazione delle relazioni tra i due Paesi. «Nell’interesse della Cina e dell’Europa bisogna tornare a un’economia globalizzata, con catene di fornitura interconnesse. La globalizzazione può essere uno strumento per la ripresa, soprattutto perché favorisce il ritorno dei flussi turistici», ha aggiunto Ferrari.
Del resto la riapertura di confini e frontiere è un tema caldo, che è stato discusso anche da un executive protagonista del settore travel retail, Gianluca Toniolo, global P&C travel retail managing director per Lvmh. Toniolo ha stimato per il comparto un crollo del fatturato compreso tra il 40 e il 45% nel 2020. «Tuttavia, grazie all’Asia e in particolare alla Cina possiamo essere più ottimisti», ha chiarito il manager, proseguendo: «I consumi legati ai viaggi rivestono un ruolo primario per i cinesi e sono secondi solo al settore del food. Ci aspettiamo un picco di ripresa tra fine settembre e inizio ottobre, in concomitanza con le festività nazionali della Cina. Inevitabilmente gli spostamenti internazionali saranno messi in secondo piano, almeno per diversi mesi». Un aspetto, quest’ultimo, che spingerà i brand del lusso a rafforzare l’offerta nei mercati nazionali e a ripensare il retail in Cina, perché emergeranno nuove location da presidiare con store fisici.
Al contempo, dovrà essere rafforzato il business online. Da questo punto di vista il Paese è in pieno boom e le griffe sono chiamate a essere sempre più presenti. «Attendiamo un rimbalzo degli acquisiti a partire dal secondo trimestre, ma per tornare ai livelli pre-Covid bisognerà aspettare il 2022/23. I periodi di crisi richiedono ottimismo per poter essere trasformati in opportunità, che i brand dovranno cogliere studiando prodotti più specifici, offerte innovative e tecniche di marketing rinnovate», ha aggiunto Toniolo.
Restando nel contesto del comparto fashion anche Mario Boselli, presidente di Fondazione Italia Cina, ha sottolineato nel corso del suo intervento l’importanza di una condivisione di strategie tra l’Italia e l’ex Celeste impero. «Negli ultimi 20 anni la Cina ha investito sulla qualità ed è diventata il primo mercato per il nostro sistema moda, per il lusso e per il Made in Italy», ha osservato Boselli. (riproduzione riservata)