È online sul portale Food2China.com (www.food2china.com/nation/399.html) il Padiglione Italia, un progetto di e-commerce ideato per promuovere i prodotti agroalimentari Italiani tramite il portale gestito dalla Guangdong Imported Food Association (IFA).
Secondo gli ultimi dati, l’import di prodotti alimentari in Cina dal resto del mondo ha registrato un aumento annuo del 15% annuo negli ultimi dieci anni e si stima un valore di 77 miliardi di dollari per il 2018. L’export agroalimentare italiano è cresciuto costantemente dal 2016 al 2018, con una variazione del + 7,8% tra il 2017 ed il 2018.
L’Italia è oggi il secondo Paese esportatore verso la Cina per i prodotti del cacao, dell’olio d’oliva e delle carni, nonché il terzo paese fornitore per le categorie della pasta (anche cotta o farcita), caffè e aceto.
Food2China rappresenta una vetrina B2B online in lingua inglese/cinese per le aziende in cui mostrare i prodotti con l’obiettivo di raggiungere direttamente importatori e distributori cinesi interessati ed agevolare così il loro ingresso nel mercato.
L'accordo tra l’Agenzia ICE di Guangzhou (canton), diretta da Cecilia Costantino e Guangdong Imported Food Association (IFA) prevede l'attivazione sul Portale Food2China di un Padiglione Italiano aperto a un totale di 60 aziende italiane divise in due semestri.
Ogni azienda potrà aderire al progetto per un periodo di 6 mesi durante il quale usufruirà di una vetrina on line in cui promuovere i propri prodotti.
Il primo gruppo di aziende italiane è già online e i prodotti promossi includono pasta, caffè, conserve, frutta, salse, olio d’oliva. Ciascuna azienda è inserita con una breve descrizione dell'attività.
Per esempio nella categoria bakery e cereali compare la Sps di Vercelli che produce il riso Carnaroli, o il pastificio campano De Matteis Agroalimentare, in provincia di Avellino, specializzato nelle poste di grano duro, mentre nella categoria frutta e verdura, spicca il consorzio emiliano Origine Group, in rappresentanza dei principali gruppi regionali, che propone i kiwi, e ancora, nella categoria degli inscatolati, la Sac spa di Carmagnola, in Piemopnte, da 50 anni attiva nelle conserve alimentari, in particolare pomodori, e ancora la Torrefazione Poli con l'omonimo caffé, la cui confezione di bustine di caffè viene offerta a 16,5 dollari.
Questa ulteriore spinta impressa alla promozione del food italiano in Cina è stata decisa valutando le potenzialità del mercato segnalate dalla crescita costante dell’export alimentare italiano (bevande incluse) sul mercato cinese. Negli ultimi 10 anni, secondo l'Ice, è cresciuto ad un tasso medio annuo del +17%, un valore oltre tre volte superiore a quello registrato nello stesso periodo dal totale export food & beverage italiano.
In dieci anni, secondi Coldiretti, le esportazioni di prodotti agroalimentari Made in Italy in Cina hanno raggiunto un valore che è più che triplicato (+254%) con la progressiva apertura del gigante asiatico a stili di vita occidentali. Nonostante questo, sottolinea Nomisma, i ritmi di crescita sostenuti, il ruolo giocato della Cina per il nostro export è però ancora marginale: nel 2018 le imprese italiane hanno esportato verso il gigante asiatico 439 milioni di euro tra vino, cioccolato, olio di oliva e altri prodotti alimentari, che significa solo l’1,2% del totale delle vendite all’estero di prodotti alimentari nazionali.
Anche la quota di mercato detenuta dalle imprese tricolori in Cina è molto bassa: appena l’1,5% dell’import cinese di alimenti e bevande riguarda prodotti del Bel Paese, ossia 6 volte meno dei francesi, 3 degli olandesi e 2 dei tedeschi, se ci si limita ai soli competitor europei.
Secondo Coldiretti, resta il fatto che il 2018 è stato un anno record x l'export agroalimentare italiano in Cina. E il 2019 si annuncia dello stesso tenore. A trainare l’export verso la Cina è senz’altro il vino, il cui valore cresce dell’11% nel 2019, seguito dai formaggi, che praticamente raddoppiano le esportazioni (+95%), e dall’olio di oliva. Bene anche la frutta (soprattutto dopo l’apertura delle porte alle esportazioni degli agrumi) e i dolci.
Un impulso, secondo Coldiretti, può venire dai nuovi accordi con la Cina per l'esportazione nell'agroalimentare, dalle arance alla carne suina congelata, che sono stati siglati nell'ambito della Via della Seta. Una strada importante per rimuovere gli ostacoli ancora presenti con le frontiere che si sono aperte in Cina per l'erba medica italiana ma al momento per quanto riguarda la frutta fresca l'Italia può esportare solo kiwi e agrumi mentre sono ancora bloccate le mele e le pere sulle quali è in corso uno specifico negoziato».